27/04/06

Non rompere le scatole

Aveva una collezione di magnifiche scatole, colorate e dalle forme più strane: cilindriche ,cubiche, rettangolari e persino poliedriche.
Le teneva allineate e ben distanziate l’una dall’altra su mensole all’altezza degli occhi, ognuna aveva un congruo spazio ai lati il che le conferiva dignità e personalità.
Un’etichetta, bene in vista, definiva il contenuto ma i contenitori erano vuoti ed ogni volta, senza fatica, li riempiva con la fantasia: l’ansia nell’ansia, la paura nella paura, la tensione nella tensione.
Oh yeah

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E poi ancora l'amore nell'amore, la gioia nella gioia, la felicità nella felicità, la bellezza nella bellezza, la nostalgia nella nostalgia, il naif nel naif, il nulla nel nulla, il tutto nel tutto, lo zen nello zen, e perchè no, lo zenzero nello zenzero.

Anonimo ha detto...

Bravo Jean!
H. è un po' tetro ultimamente, periodo dark, ci voleva un soffio di ottimismo.
Grazie

Anonimo ha detto...

Una vicina di casa invidiosa e poco sagace (sebbene procace) volle copiare l'idea-arredamento e all'Ikea comprò uno scatolone a quadretti che conteneva tante ma tante altre scatole più piccine. Il risultato fu che dentro la scatola del nulla c'era la scatola dell'amore, che conteneva quella dell'ansia, che conteneva quella dela gioia, che conteneva quella della paura, che conteneva quella della bellezza, e così via fino all'ultima, che conteneva una bottiglietta mignon di cynar.
Il suo arredamento non se ne giovò, non gongolò e morì.

Anonimo ha detto...

in realtà nel doppio fondo delle scatole cponservava piccoli ricordini delle mille donne avute nella sua vita di latinlover d'antan...........e in quella piu preziosa un pelo pubico della Venere di Milo!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Che in realtà era la Venere di Pilu. (vedi Cetto Laqualunque di Antonio Albanese).