30/04/06

Neologismi

Haemo telefonò a Jean du Yacht, un nobilastro suo conoscente, per una consulenza filologica.
Stava creando un neologismo per una pubblicazione ed era stufo del termine stitico, gli suonava male.
Erano indecisi fra :” Acacante” e “ Non merdante”, optarono per quest’ultimo perche’ più tecnico e il mondo fu più bello.

Le nozze di Canna

Haemo era l’ospite d’onore alle nozze della figlia di De Pretis, la sua figlioccia Carolina detta Canna per la sua magrezza inconsueta, si divertì come un matto, specie alla fine del pranzo, quando, su un piatto di portata furono presentati alla sposa due kiwi ed una banana.
Che burloni!
Mentre sfiorava con la mano le pudenda di Marika, appositamente senza culottes rise di gusto.
Oh yeah.

29/04/06

Soul

Avrebbe voluto tornare indietro di un’ora e non sapere, ma ormai sapeva; il mondo, le cose , le persone erano come sessantun minuti prima ma nella sua mente un seme germogliava e avrebbe dato frutti amari.
Oh yeah

28/04/06

Come fare le ciambelle col buco

C’era una volta una bella signora che decise di fare le ciambelle col buco, prese la farina, il lievito, le uova lo zucchero e tutti gli altri ingredienti necessari, li mescolò per benino, poi accese il fuoco, vi pose sopra la padella con l’olio e cominciò a cuocerle, vennero tutte senza buco.
Ne soffrì un poco nella sua dignità di cuoca e il giorno dopo riprovò allo stesso modo, vennero di nuovo senza buco e così successe per molti giorni successivi, sempre senza buco.
Dopo molti tentativi la signora, colta da ispirazione, provò ad abbassare il fuoco, una, una sola venne con un piccolo buco, il giorno successivo la signora provò a cambiare l’ordine col quale mescolava gli ingredienti e alcune vennero con un bel buco!
Stava diventando una brava ciambellista.

27/04/06

Non rompere le scatole

Aveva una collezione di magnifiche scatole, colorate e dalle forme più strane: cilindriche ,cubiche, rettangolari e persino poliedriche.
Le teneva allineate e ben distanziate l’una dall’altra su mensole all’altezza degli occhi, ognuna aveva un congruo spazio ai lati il che le conferiva dignità e personalità.
Un’etichetta, bene in vista, definiva il contenuto ma i contenitori erano vuoti ed ogni volta, senza fatica, li riempiva con la fantasia: l’ansia nell’ansia, la paura nella paura, la tensione nella tensione.
Oh yeah

26/04/06

Mobbing

“ Buongiorno!” disse Haemo con aria affabile alla donna delle pulizie che ginocchioni strusciava il pavimento del suo studio, la poverina alzò lo sguardo verso il Superclinico e lo guardò con occhi supplici.
Mosso a pietà il Semprebuono le gettò l’ultimo boccone del suo croissant sbriciolone :” Godi Popolo” disse, poi la molestò sessualmente.
Oh yeah

25/04/06

Il Pellegrino

Il sole disegnava ombre nette che si stagliavano sull’asfalto caldo, Haemo camminava spedito appoggiandosi al suo bastone pastorale, la zucca piena di acqua di fonte, ancora venti chilometri e il Superpio avrebbe compiuto il suo pellegrinaggio mensile al santuario di San Pancrazio a cui era devoto.
Ad ogni passo dalle sue labbra screpolate e riarse usciva una nenia ultraterrena e gli astanti s’inginocchiavano d’istinto e si segnavano col segno del cristiano.
L’alone di santita’ lo accompagnava e lo precedeva così che al suo arrivo al santuario, ad attenderlo, c’era una folla di circa 250.000 persone osannanti, qualcuno sventolava rami di palma e di ulivo, altri la bandiera bianconera della Juve pochissimi quella dell’Inter, uno quella del Milan.
“Maledetto De Pretis sa che aborrisco il Milan!” pensò l’Ultracasto continuando a benedire la folla con aria soave.

24/04/06

Skipper



Il vento fischiava fra le sartie tese della nuova barca di Haemo, spruzzi d’acqua salata gli sferzavano il viso e l’anemometro girava così velocemente che lo strumento raggiungeva quasi il fondo scala, infastidito l’Impavido decise di scendere a terra e ristorarsi con un buon caffè al bar del molo che era proprio li vicino.

Promenade

Il fantastico topo di fogna camminava spavaldo sul marciapiede saettando sguardi impavidi con gli occhi rossi quando incontrò Furax, l’energetico gatto di Haemo.
L’addestramento tantrico del felino ebbe la meglio, era infatti al picco dei suoi flussi karmici e, con un’occhiata sgominò psicologicamente il malvagio roditore.
Oh yeah

23/04/06

Psicofico

Naftalina! Si era proprio di naftalina l’odore pungente che emanava dalla signora seduta davanti a lui, aveva un twin set di un colore melange sul rosso vino, una gonna scozzese blu fermata da un enorme spillone da balia, stivali neri dall’aria costosissima e guardava Haemo aspettando che iniziasse a porle delle domande.
“La ascolto signora” disse Royd e rimase in silenzio aspettando.
Solo il leggero ronzare del computer inquinava il silenzio assoluto dello studio poi:” Sono venuta da lei perchè non riesco a raggiungere l’orgasmo” disse la signora un po’imbarazzata.
“ Mi spiace ma oggi ho già avuto due rapporti e, per motivi etici, non posso concedermi di più” disse il Tantrico, “ Provi a passare domani sul presto” aggiunse.

21/04/06

Il Ditirambo

“Luca, vorrei fare omaggio a Marika di un ditirambo, procuramene uno, ma che sia bello fresco!” disse il Maieutico al suo prediletto.
Luca assentì pensoso e si recò al mercato ittico dove fu deriso e sbeffeggiato dalle sguaiate pescivendole, la sua autostima ne risentì ma fu mitigata da trentasei ostriche dell’Atlantico freschissime che si sparò nel gozzo.
Sulla via del ritorno compose per il Semidivino una poesia di stile elegiaco in rime baciate e si sentì a posto.

20/04/06

L'albero della cuccagna



Non credeva ai suoi occhi!
Nella sua sala d’aspetto c’era un albero della cuccagna!
Il soffitto non c’era più e l’albero tutto unto svettava nel ex salotto degli inquilini del piano di sopra, i quadri alle pareti unico arredo rimasto.
Haemo, un po’ sconcertato si fermò a guardare fra l’indifferenza dei presenti.
Dal palo, su in alto, pendeva ogni ben di Dio, cellulari dell’ultimissima generazione, un televisore al plasma, lettori MP3, insomma tutto ciò che un uomo possa desiderare.
“ Che cuccagna!” disse, poi abbracciò una vecchia che era li.

19/04/06

Bèlin

“Cos’è?” chiese Haemo indicando l’esserino alto ottanta cm che trotterellava verso di lui nell’ingresso di casa De Pretis.
“ Ma è Bèlin, il piccolo cingalese adottato dai nostri amici” rispose sottovoce e piccata Livia.
“Mi sembrava un’entità” replicò Royd porgendo il mantello al maggiordomo.

18/04/06

Ovino di Pasqua


Si rimboccò le maniche ed imboccò la via della rettitudine fino alla prima curva, girò a sinistra e si trovò davanti la più bella pecora che avesse mai visto, tutti i propositi andarono a pallino ed ebbe con lei una relazione breve ma intensa, non fu solo sesso, entrarono in ballo i sentimenti ma lei non si fece mai più viva…era quasi Pasqua.

17/04/06

Est modus in rebus

Ogni tanto la sua anima sfiorava un’altra anima, le due si intrecciavano per qualche attimo a condurre una danza gentile poi il viaggio nel tempo continuava rettilineo, lampi di profumi a rischiarare il buio, suoni come binari.
Sollevò gli occhi pensieroso :”Basta con ‘ste cazzate, ho da imbottigliare il vino” Brontolò mentalmente ma si Pisolò.

Satis est

Avevano bussato alla porta del suo studio, Haemo sollevò lo sguardo dalla relazione che aveva preparato per il congresso e che stava rileggendo: “Avanti!” disse un po’ irritato, non amava essere interrotto.
Luca, il suo assistente prediletto si affacciò sulla porta: “ Permette professore?”
“Entra Luca, accomodati pure” disse Royd indicandogli l’inginocchiatoio in tek posto di fronte alla scrivania.
Luca Dott.Grimaldi si inginocchiò diligente ed a mani giunte: “ Maestro posso fare festa questa domenica? Sono ottantasei giorni che lavoro ininterrottamente” disse.
Il Benevolo riflettè qualche istante poi intriso dal senso di giustizia che gli era proprio: “ Si” disse “ Ma non interrompermi mai più per simili inezie” aggiunse severo.

15/04/06

Larnaca

Una ventata di aria calda lo accolse scendendo dal Boeing a Larnaca, Haemo indossò i suoi Gucci polarizzati e si guardò attorno gustando il vento che sapeva di sale e di terra bruciata.
Il controllo dei documenti fu rapido e la borsa a mano, suo unico bagaglio, gli permise di uscire fra i primi.
Una splendida hostess in blu lo aspettava con un cartello che recitava “ Prof Royd”, la guardò compiaciuto, apprezzava le belle donne e questa era davvero eccezionale anche se nana.
Trotterellava davanti a lui verso la limousine bianca dimenando un fondo schiena da nobel anche se a trenta cm dal pavimento.
Come sempre fu travolto dalla fantasia e la vide danzare per lui la più erotica danza del ventre del misterioso oriente.
Si sedettero vicini nel fresco della vettura che silenziosa lasciava l’aeroporto, un bicchiere di gazzosa gelata in mano offertagli premurosamente dalla fanciulla, diavolo di organizzatori! Conoscevano i suoi gusti alla perfezione, ne prese mentalmente nota, poi: “Capisce l’italiano signorina?” chiese ammiccando.
“Si professore, sono laureata in lingue, spugnette, coltivazione dei bonsai e sesso acrobatico” rispose l’Avventata, il suo destino era segnato.

Pulex auricolaris

Ora si spiegava tutto!
I tasselli del mosaico ad uno ad uno si erano messi al loro posto….Livia da un po’ di tempo era distratta e canticchiava sempre il solito motivetto “Azzurro il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me”
In effetti, Haemo una volta dopo il golf nelle docce aveva avuto modo di scorgere l’attributo di Celeste ed era anormalmente lungo, sottilino a dire il vero, ma incontestabilmente più lungo del suo.
Ora si spiegava l’incongruo materasso sul cassone dell’ Ape 50 del leguleio ed il cellulare sempre così gelosamente custodito da Livia.
“ Marika, per favore smetti un attimo e ascoltami non fare la golosona come al solito, molla l'osso, ho bisogno della tua sensibilità femminile per capire una cosa” disse l'Astuto.

13/04/06

200 hp

Ora basta! Gliel’avrebbe fatta vedere lui! La misura era colma!
De Pretis adottò la scusa di un ritiro spirituale e sparì dalla circolazione per ventitré giorni e ventidue notti, invano Haemo sguinzagliò i suoi assistenti alla ricerca del transfuga, sparito!
Celeste era nella De Pretis caverna ad elaborare il motore della sua adorata Ape 50, il due litri della HF con la quale l’aveva dotata avrebbe lasciato a bocca aperta il Supergiocoso.
Gongolò.

Cyborg



Si nutriva di cervello di gallina perché voleva incrementare la sua intelligenza ma non funzionò…boh.

Javelin


Dal suo viaggio a Taiwan Haemo era tornato ricaricato, si sentiva ristorato nelle ossa, nei muscoli, nelle cartilagini, nella mente e financo negli organi riproduttivi.
Aveva acquistato diversi souvenirs e di uno in particolare era proprio soddisfatto, si trattava di un grazioso lanciamissili da spalla Javelin della Rayethon e Lockeed Martin con missile da 11,8 Kg, voleva fare uno scherzo ed immaginava già lo stupore negli occhi di De Pretis mentre alla guida dell’Ape 50 vedeva la scia corrergli incontro.
Gongolò.

Mondi

Fin dove giungeva l’occhio solo cactus e deserto brullo e arido, Haemo considerava fra sé e sé che per essere il centro di Milano c’era qualcosa che non quadrava ma scrollò le spalle ed entrò dal Verme per un caffetino, se solo fosse riuscito ad abbassare le voci dentro sarebbe stato proprio felice.
Quando uscì, col caffè che gradevolmente ronzava nelle sue arterie, notò con piacere che le gondole erano state pitturate di rosa.
Oh yeah

12/04/06

La gara

Le rondini sfrecciavano fra i peschi in fiore e, in lontananza, la voce di una campana risuonava rassicurante.
Il bestemmiatore toscano camminava per il viottolo godendosi l’atmosfera pasquale, si stava esercitando ad alta voce per la gara di bestemmie&turpiloquio di quella sera al circolo della caccia.
Ci sarebbe stata tutta la sua famigliuola e voleva fare bella figura.
Oh yeah

11/04/06

Peranaper

Fior di Panna si guardò intorno curiosa- Quante belle pecorine!- si mise a contarle e si addormentò, anche quel giorno non prese il pesce.
Gatto Pirri si sarebbe molto arrabbiato, era così irascibile.
Ma capitan Peranaper sarebbe venuto ancora una volta in soccorso con le sue goccioline, le pregustava già.
Solo lei conosceva la sua vera identità, grazie Alpra, grazie Zolam!

10/04/06

Exit Pol

Era bellissima, aveva la pelle dorata i capelli biondi e lunghi incorniciavano un viso con gli zigomi pronunciati, una bocca sensuale e due splendidi occhi verdi da gatta.
Si muoveva con andatura felina, armoniosa, ed ogni suo gesto denotava grazia, Haemo ne fu subito colpito e si alzò dalla sua sedia al Cafè de Paris per andarle incontro ed invitarla con un sorriso a prendere qualcosa con lui.
Silvia, così si chiamava, accettò con una certa riluttanza che la rese ancor più preziosa e desiderabile agli occhi del Superclinico.
Sorseggiarono assieme del Dom Perignon del ’76 ghiacciato e, dopo qualche convenevolo, Royd ebbe la netta percezione che fosse fatta e la invitò a casa sua per un drink speciale.
Entrarono, al cafè H aveva preso una pastiglia ed ora sentiva che le caldaie erano in pressione, era pronto per un’altra meravigliosa avventura.
Al buio fra le lenzuola di seta, Silvia profumava di Dune e di donna, era timida , si strinsero in un abbraccio poi lei volle aderire con tutto il suo corpo a quello di lui da dietro per sfiorarlo coi capezzoli eretti.
Fu un dolore tremendo che per un attimo gli obnubilò la mente poi si rassegnò e si fece stantuffare dall’enorme clitoride (diceva lei ma a lui sembrava proprio un cazzo) di Silvia/Silvio.

09/04/06

Panta rei

L’ultima cosa che ricordava era una specie di lampo scuro e lo schiaffo brutale dell’air bag; era così strano ricevere sensazioni solo dal proprio viso, il resto del corpo non c’era più, era diventato alieno.
Ogni comando della sua mente non corrispondeva a movimento e l’immobilità lo opprimeva crudele mozzandogli il fiato ed i pensieri.
Desiderò morire ma un sorriso triste di Anto lo riportò a galla, il fiume scorreva…scorreva..riprese a pensare.

08/04/06

Raptus

Il glicine si arrampicava tortuoso sull’intonaco screpolato della casa, raggiungeva il balconcino panciuto in ferro battuto e, attorcigliandosi su se stesso lo superava per terminare poco più in alto con le mollezze dei suoi fiori e delle sue foglie che opulenti regalavano colori forme e sensazioni.
Era presto e l’acciottolato brillava ancora dell’umidità notturna, Haemo amava quel fiore e si era fermato a godere della pace che evocava nel suo animo quando una voce d’uomo interruppe la sua contemplazione rompendo l’incantesimo.
“Haemo che piacere!” esclamò De Pretis “Anche tu a Stresa? Amico mio cosa fai qui?”
“ Ciao Celeste, sono qui per partecipare ad un congresso sugli omicidi compulsivi, proprio ieri abbiamo parlato di un medico che ha ucciso un notaio perché colto da raptus per essere stato interrotto mentre contemplava rapito un glicine gigante” rispose gentile Royd.
De Pretis si grattò la testa pensieroso.

Picolit

Non si era accorto che fosse così squisito, aveva bevuto in fretta.
Passando dalla bocca il vino era scivolato in gola regalandogli un’ombra di sapore, ma solo ora che era quasi finito, l’aroma ed il gusto delizioso della bevanda raggiunsero la sua consapevolezza.
Era un vino da meditazione e l’aveva bevuto come fosse acqua.
Ma era andata così, fece spallucce e bevve l’ultimo sorso.

07/04/06

La tromba

La nebbia era così fitta che Haemo fu costretto a fermarsi, scese dalla macchina per cercare di orientarsi, dal turbinio bianco sbucò all’improvviso preceduta dalla musica una banda di ottoni, i musicanti gli passavano davanti uno alla volta, emergevano dal biancore per riimmergervisi immediatamente lo sguardo fisso sullo spartito.
Erano centinaia, in fila per uno ma lui poteva vederne solo uno alla volta, dopo circa due ore Royd, si accorse che erano tutti uguali e tutti suonavano lo stesso strumento, la tromba.
La nebbia finalmente si dissipò ma lo scemo di Carugate continuò a girare attorno ad Haemo ancora e ancora e ancora suonando la sua tromba.

05/04/06

Quel che non si fà più

“Su, vieni vicino, qui, tra le mie braccia, lasciati ridiventare bambina tesoro, socchiudi gli occhi e lasciati coccolare, qui puoi riposare, qui il mondo è fuori, il tempo rallenta e il tuo respiro può farsi tranquillo, ad ogni respiro un po’ più tranquillo, la Paura si dissolve, ad ogni respiro lentamente si dissolve e diventa un profumo, profumo del fiore che ti piace di più amore, tu lo respiri e ad ogni respiro ti rilassi ancora un po’, qui puoi abbassare le braccia e sentire i muscoli del tuo viso distendersi, ad ogni respiro un po’ di più, le tue palpebre diventano pesanti, dolcemente pesanti e il calore delle mie braccia aumenta il tuo abbandono, riposa tranquilla, veglierò sul tuo sonno”.
“ Marika? Ciao finalmente si e’ addormentata, ci vediamo fra venti minuti al solito posto, a dopo tesoro, mettiti il reggicalze nero, quello che piace tanto al tuo Haemino, ciao Mucci Mucci”.

Circe

“E’ l’ora” disse De Pretis “vieni, andiamo fuori”.
Haemo cercò di reprimere il movimento involontario del suo coccige senza riuscirci e porse il collo.
“Maledetta Maga! “ pensò.
Ma adorava fare pipì contro gli alberi e sentire tutti quei buoni profumini, una scintilla di felicità sfiorò la sua corteccia.

04/04/06

Il tarlo

Stava suonando il suo nuovo clavicembalo, cascate di note fluivano nell’aria e lui, rapito , con gli occhi semichiusi si lasciava trasportare dalla melodia, la comunione era perfetta.
Pervaso di amore universale stava pensando come perfezionare la casetta per gli uccellini in giardino e a Hermès in via Roma dove voleva recarsi a comprare un tailleurino a Marika.
Improvviso un pensiero ruppe l’incantesimo:” Ho il dubbio che Livia mi tradisca”, il profilattico usato che aveva trovato nel loro letto la sera prima gli aveva generato un tarlo che rodeva…rodeva…

03/04/06

Pasqua

Alla notizia che i Bollitori avevano vinto per un pelo non resse e morì.
Dopo tre giorni risuscitò, si guardò un attimo attorno e rimorì.
Oh Yeah

INAIL (storie tristi)

Stava facendo la punta alla matita, gli piaceva aguzza, gli scivolò la mano, se la piantò nella carotide e morì.

Gli piaceva cambiare il toner alla fotocopiatrice, la aprì, c’era un filo spellato, lo toccò e fulminato morì.

Pensava con la matita fra le labbra, lo aiutava a concentrarsi, si concentrò troppo, implose e morì.

Lo zampognaro

Lo zampognaro suonava con entusiasmo quando:”Scusi zampognaro sa dirmi dove si trova il Grand Hotel et de Milan?” fu apostrofato dalla magnifica donna in blu.
Sgonfiò le gote, si concentrò assumendo un’espressione pensosa e siccome era sordomuto maledì il suo destino e tirò fuori dalla tasca un cartello con la scritta “ Sono uno zampognaro sordomuto, scusate il disturbo, stiamo lavorando per voi” che era stato scritto da una sua cugina alla lontana che lo odiava.
Oh yeah

02/04/06

Technology


La bicicletta arrancava su per la salita, Marika era fermamente decisa a chiedere al suo Capo qualcosa di motorizzato, un motorino, una piccola vettura diesel, quella era proprio una faticaccia da fare sei volte al giorno dall’istituto alla clinica., “ Ora basta !” pensava mentre pedalava alacre, in fondo i suoi glutei e le cosce erano abbastanza sodi e la storia che Haemo lo faceva per la sua salute proprio non le andava giù, Deborah la segretaria di De Pretis aveva una fiammante Ape 50 per i suoi spostamenti e lei la invidiava assai.
Oh yeah.

La panchina




Era tutto cominciato lì, su quella panchina, un timido commento sul tempo, poi col passare dei giorni e dei mesi le conversazioni si erano fatte più intime fino a generare un sentimento reciproco.
Ed ora la panchina era vuota, lei era stata investita da una maledetta Ape 50 ed era morta, molto morta.
Lui affranto espresse il desiderio di raggiungerla nei verdi pascoli, fu esaudito e morì.
Oh yeah.

Baby doll

Livia voleva riaccendere la passione del suo Haemo, così, dopo averci studiato un po’ sopra si era comprata, spendendoci un patrimonio, una mise molto sexy, l’Analogico non avrebbe potuto resisterle questa volta, ne era certa.
Era abbandonata languidamente sul letto con calze e reggicalze neri, un baby doll ultratrasparente, guanti di raso nero al gomito ed una mascherina nera a rendere misterioso il tutto, quando lui si affacciò sulla soglia della camera.
La osservò per un attimo e le sue pupille si dilatarono un poco poi:” Cosa hai preparato per cena Zorro?” le chiese.
Oh Yeah

01/04/06

Miracolo a Milano

Haemo era in Galleria a Milano e stava prendendo un caffè dal Verme, amava l’atmosfera di quel posto, solida, indaffarata, anche i camerieri facevano il loro lavoro con impegno e serietà, era una cosa importante il buon andamento del Verme.
Improvvisamente, dalla porta principale, vestita di stracci luridi ed accompagnata da un suono di campanelli entrò una lebbrosa, tutto si congelò, le conversazioni sottovoce, i gesti, tutti gli occhi puntati sulla sventurata.
Questa dapprima si guardò intorno, poi lentamente avanzò verso il tavolo del Superclinico e giuntavi: “ Guariscimi” disse.
Royd non si scompose e con voce pacata ma ferma ordinò un thè verde al latte.
Dopo poco la comanda venne servita dal capocameriere in persona che posò la tazzina tintinnante di fronte al Semprecomposto, questi disse alla malata di inginocchiarsi di fronte a lui, ed intinto un dito nell’ infuso, glielo passo sulla fronte pronunciando l’antico detto druido:” Guarisci guarisci, il lupo ci pisci, la volpe ci caghi, il mal se ne vadi!”
La tapina, scossa da un brivido lasciò cadere gli stracci e si rivelò essere la splendida Marika, in minigonna grigia, tacchi a spillo e cachemerino attillato.
Poi entrambi si rivolsero al pubblico esterrefatto con un : “Buon primo aprile a tutti!”
Il conto della farmacia per il Lasonil ed i cerotti ammontò a tredici euro e quaranta.

Il tango delle capinere

“ Avrei avuto tante cose da fare e da dire professore, invece…..il figlio…il marito..”
Haemo guardava la signora seduta di fronte a lui, pensieroso, rifletteva…..
“Un certo Cioran nei suoi Sillogismi dell’amarezza scrisse : Tutti i nostri rancori derivano dal fatto che, rimasti al di sotto di noi stessi, non siamo stati in grado di raggiungere la nostra meta. Questo non lo perdoneremo mai agli altri.”
Disse, poi, acceso lo stereo, si alzò, le andò vicino, la prese per mano e danzò con lei il tango delle capinere.
Oh yeah