28/03/06

Psicodramma



Piovigginava lentamente e attraverso i vetri doppi il rumore del traffico arrivava attutito nello studio di Haemo, il condizionatore ronfava discreto e diffondeva aria calda che rallentava le idee.
Seduta di fronte a lui una giovane donna poco oltre la trentina, occhi verdi, capelli neri , alta e carina.
Lui ascoltava e le parole di lei raggiungevano la sua coscienza solo in parte, in fondo era sempre la stessa musica, lo stesso copione, lei, il suo lui e l’altra e tutta la serie di sensazioni e di trappole che immancabilmente erano scattate a imprigionare la razionalità.
Ora lei soffriva ed attribuiva il suo malessere a qualcosa di fisico:“La prego professore mi aiuti, non mangio più, dormo male e ho l’orticaria”.
Il Gran Visir dei medici si alzò, indossò il suo turbante, quello col rubino e il pennacchio nero si tirò su i guanti di raso nero ben oltre il gomito e vomitò.

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