Era una tiepida notte di Maggio, per molti non finì mai, divenne eterna, gli altri si alzarono sbuffando, la signora in nero guardò la sua agenda e sorrise.
Amo questo lirismo, mi ricorda il papà molto anziano di un mio amico.
Quando si trova con i suoi amici coetanei sopravvisuti agli anni, magari a cena, si guarda intorno circospetto e dice: Uè! L'è chi che la gira (trad. Attenzione, Lei è qui che ci gira intorno). Nessuno ride però della bella battuta.
Una domanda che faccio sempre ai miei allievi è:un uomo cosciente di vivere gli ultimi cinque minuti della sua vita può ancora operare delle scelte? Quasi immancabilemente rispondono no. Allora mi trasformo in Haemo e dico loro: può scegliere come morire, sereno diventando un mito per i suoi cari, sorridendo, urlante travolto dalla paura etc etc. La signora in nero arriva per tutti l'è chi che la gira ma H direbbe lascia c'la giri, ci regaliamo un bel nagutin d'or.
Paradossalmente vivere è in un certo senso una preparazione alla morte. Spesso le persone non vogliono affrontare questa certezza considerando di cattivo gusto parlarne. Personalmente mi discosto dal comune sentire perchè in essa (la signora)non vedo nulla di terribile. Forse è l'unico modo di lasciare per qualche altro un altro giro di giostra.
Molto da pensare mi da invece la sua germana, la vita, poichè non dura un attimo e non si può superare agilmente con un momento di coraggio, ma richiede un impegno e un'adesione costante alla nostra vera dignità.
Quanto alla possibilità di scelta e alla libertà di compierla non mi esprimo, considerando che spesso può sembrare che il fato ed il tempo giocano anche con il migliore degli uomini e vincono sempre.
Tu, Visir, dici: "paradossalmente vivere è una preparazione alla morte". Potrebbe anche starci, ma se fosse veramente così, quale sarebbe allora il senso del nascere? Haemo, cacchio è il "nagutin d'or"?
nel finale dei Demoni di Dostojewski uno dei protagonisti afferma, cito liberamente:"non ha senso ricercare un senso della vita, il senso della vita è vivere, tutto qui" Non è detto che sia la verità ma, rispettando chi ha fede,non mi dispiace pensarlo. Il nagutin è il diminutivo di na gota che in milanese significa niente, quindi il nagutin è un bel nientino d'oro.
Trovo la citazione di Haemo pertinente, non esaustiva, ma illuminante come si conviene alle cose più grandi di noi. Ha poco senso domandarsi ciò a cui non è possibile rispondere. Il senso della vita è dunque il negutin? Però d'or? Ho girato la domanda a Zerbinetor che mi ha detto: "Cosa vuoi che me ne freghi! Stò chiavando" ed ha interrotto bruscamente la telefonata. Credo che comunque sia un'ottima risposta.
Anch'io ho interpellato Zerbinator e a me ha risposto: STO CHIAVANDO LA VANDA A COLDINAVA! p.s.: minchia, certo che a noi basta poco per uscire dal lirismo e dal pensiero profondo; ci basta proprio un nagutin.
9 commenti:
Amo questo lirismo, mi ricorda il papà molto anziano di un mio amico.
Quando si trova con i suoi amici coetanei sopravvisuti agli anni, magari a cena, si guarda intorno circospetto e dice:
Uè! L'è chi che la gira (trad. Attenzione, Lei è qui che ci gira intorno).
Nessuno ride però della bella battuta.
Eppure, più si è anziani più si dovrebbe ridere, no?!
Una domanda che faccio sempre ai miei allievi è:un uomo cosciente di vivere gli ultimi cinque minuti della sua vita può ancora operare delle scelte?
Quasi immancabilemente rispondono no.
Allora mi trasformo in Haemo e dico loro: può scegliere come morire, sereno diventando un mito per i suoi cari, sorridendo, urlante travolto dalla paura etc etc.
La signora in nero arriva per tutti l'è chi che la gira ma H direbbe lascia c'la giri, ci regaliamo un bel nagutin d'or.
Paradossalmente vivere è in un certo senso una preparazione alla morte.
Spesso le persone non vogliono affrontare questa certezza considerando di cattivo gusto parlarne.
Personalmente mi discosto dal comune sentire perchè in essa (la signora)non vedo nulla di terribile. Forse è l'unico modo di lasciare per qualche altro un altro giro di giostra.
Molto da pensare mi da invece la sua germana, la vita, poichè non dura un attimo e non si può superare agilmente con un momento di coraggio, ma richiede un impegno e un'adesione costante alla nostra vera dignità.
Quanto alla possibilità di scelta e alla libertà di compierla non mi esprimo, considerando che spesso può sembrare che il fato ed il tempo giocano anche con il migliore degli uomini e vincono sempre.
Tu, Visir, dici: "paradossalmente vivere è una preparazione alla morte". Potrebbe anche starci, ma se fosse veramente così, quale sarebbe allora il senso del nascere?
Haemo, cacchio è il "nagutin d'or"?
nel finale dei Demoni di Dostojewski uno dei protagonisti afferma, cito liberamente:"non ha senso ricercare un senso della vita, il senso della vita è vivere, tutto qui"
Non è detto che sia la verità ma, rispettando chi ha fede,non mi dispiace pensarlo.
Il nagutin è il diminutivo di na gota che in milanese significa niente, quindi il nagutin è un bel nientino d'oro.
Trovo la citazione di Haemo pertinente, non esaustiva, ma illuminante come si conviene alle cose più grandi di noi.
Ha poco senso domandarsi ciò a cui non è possibile rispondere.
Il senso della vita è dunque il negutin? Però d'or?
Ho girato la domanda a Zerbinetor che mi ha detto: "Cosa vuoi che me ne freghi! Stò chiavando" ed ha interrotto bruscamente la telefonata.
Credo che comunque sia un'ottima risposta.
Anch'io ho interpellato Zerbinator e a me ha risposto: STO CHIAVANDO LA VANDA A COLDINAVA!
p.s.: minchia, certo che a noi basta poco per uscire dal lirismo e dal pensiero profondo; ci basta proprio un nagutin.
Un niente ma d'oro....vuoi mettere?
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