06/07/06

Refugium pecatoris

I piedi nudi avvertivano il tepore umido dell’erba del prato ad ogni passo, l’ombra degli alberi si alternava alle chiazze di sole e la sua pelle era riscaldata dai raggi del mattino, una cicala insonne aveva cominciato a cantare la sua canzone sempre uguale, poco lontano un minuscolo ruscello in leggera pendenza faceva rotolare la sua acqua limpida e fresca verso altre acque.
Haemo godeva del suo rifugio personale, li riusciva a rilassarsi ed a stare bene, poco importava che i confini di quel posto speciale fossero le ossa del suo cranio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

egocentricoooooooooo!!!!!!!!!!!!
tu e il tuo capoccione e il povero totem? dimenticato?????????

Anonimo ha detto...

I piedi nudi (e puzzolenti assai) avvertivano l'erba fradicia ad ogni passo, la caduta di rami secchi dagli alberi si alternava a quella della grandine e la sua pelle era fredda e scorticata dai raggi della ruota della bicicletta, un corvo gracchiava in lontananza, poco lontano un ruscello quasi secco era diventato un pericoloso torrente in piena; belin che mal di testa del cazzo che aveva Haemo!

Anonimo ha detto...

Rivoltante! In senso di polarità, azzo mi prendi sempre di sorpresa Jean e riesci a farmi ridere, me, noto tetro e cupo misantropo e anche un po' licantropo, ma poco poco.....