09/12/09

Natale solidale

“ Bello ciccioso!” disse il cannibalino –finalmente si mangia, cos’è papi?-
- Non so, è precipitato da una slitta tirata da…sembravano zebù-disse il papi- ed aggiunse, passami i tapinambour che ci dovrebbero star bene assieme.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

"Papi ,lo sai?A guardarli erano proprio dei bel zebù però!
Poi pensavo giusto al tuo colesterolo alto, potenziare l'effetto del tobinambur con le carni bianche è l'ideale.Facciamolo arrosto così coleranno i grassi e con tutta la sugna ricavata potrai comprarti una nuova bambina al villaggio"
Che canni belin affettuoso!
gfd

gfd

Haemo Royd ha detto...

E mentre diceva così si sentì il suono della zampogna di uno zampognaro lucano che aveva il navigatore satellitare come il mio ( che mi fa andare dove vuole lui ed io lo odio cordialmente)

Jean du Yacht ha detto...

Morale: Tanto va il lucano al lardo (o alla sugna) che ci lascia la zampogna.

Anonimo ha detto...

Ma Esimio si faccia regalare un navigatore solitario che invece di farla andare la faccia venire.
Sghhh sghhh sghignaz
@Jean:
Replico il mitico!


Cazzpiterina quanto mi piace "venire" qui,che godimento mi date ragazzi ahuuuuu.
A Natale impazza il romanzo de:
Lo strano casso del Doctor H and Mister Jean ah ah ah.Nei migliori schiaffali di Infeltrinelli.Regolatelo anche voi! Hahahhaha
Quanto mi piacciono 'sti du-etti!
W Natale e le sue palle
decorate-lla.
He he mancava un addobbo per :Lo strano casso.
Giuro che oggi non ho sniffato nulla a parte i meravigliosi piedi del mio compagno di merende.Un pò fetosh?Oui J'odor

Vado a sistemare le pecorine nel presepe!Oooh si quanto mi intrippano le pecorine beeeh he-he-he.. la cosa più behe-he-heeella del Natale
gfd

Visir ha detto...

Un Babbo Natale nel pentolone dei cannibali è proprio un regalo della sorte.
Chissà come l'evento mi fa ricordare una poesia di Trilussa, certamente per una libera associazione di pensiero.
La poesia si intitola La Libertà.

La Libbertà, sicura e persuasa d'esse stata capita veramente, una matina se n'uscì da casa: ma se trovò con un fottìo de gente maligna, dispettosa e ficcanasa che j'impedì d'annà libberamente. E tutti je chiedeveno: - Che fai? E tutti je chiedeveno: - Chi sei? Esci sola? a quest'ora? e come mai?... - Io so' la Libbertà! - rispose lei - Per esse vostra ciò sudato assai, e mó che je l'ho fatta spererei... -Dunque potemo fa' quer che ce pare... - fece allora un ometto: e ner di' volle attastalla in una zinna... Però la Libbertà che vidde er gesto scappò strillanno: - Ancora nun è affare se vede che so' uscita troppo presto!