17/03/12

Le Coeur

LE COEUR A SES RAISONS QUE LA RAISON NE CONNAIT PAS

(Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.)




Quanto meglio un organismo “conosce” qualcosa, tanto meno esso diviene conscio di questa conoscenza; esiste cioè un processo per cui la conoscenza ( o "abitudine", non
importa se di azione, di percezione o di pensiero) scende nella mente a livelli
sempre più profondi.
(G. Bateson- Verso un’ecologia della mente Adelphi Milano 1988)
Quando, ognuno di noi ha imparato a guidare la macchina e si è seduto al volante, nei primi tempi doveva pensare ai pedali: quando intervenire sulla frizione e sull’acceleratore,
dovendosi fermare doveva agire sul freno ricordando che era il pedale centrale.
Doveva poi prestare attenzione ai giri del motore ed azionare in maniera coordinata e
adatta alle circostanze la leva delle marce, le frecce costituivano, al momento, un’ulteriore complicazione e così le luci.
La direzione da prendere evitando gli ostacoli, grazie all’azione sul volante
necessitava di un’ulteriore intervento cosciente dell’aspirante pilota.
Ora ognuno, dopo un apprendistato più o meno lungo, deve solo decidere la
destinazione, tutto il resto viene fatto in modo automatico, da quella parte
della mente che ha introitato la tecnica in maniera così profonda e radicata da
non rendere più necessaria la riflessione sul come.
Così nasce l’opera d’arte, il vero artista conosce così a fondo la tecnica della sua
arte che la pulsione a creare è la risultante di una mediazione fra l’inconscio
che sa come fare ed il conscio che dice cosa fare.
Così il clinico intuisce la diagnosi, e spesso la diagnosi giusta, in maniera
apparentemente casuale, frequentemente con un percorso logico istantaneo che è
il frutto non del genio ma della cultura e dell’esperienza scese ad un livello
della mente così profondo da risultare incoscie.
La pragmatica della comunicazione soggiace alle stesse regole, occorre conoscerla
profondamente per diventare dei buoni comunicatori “spontanei”.
Naturalmente anche per l’arte del comunicare, come per tutte le altre attività umane non
esistono limiti alla conoscenza, c’è sempre qualcos’altro da imparare.
La bellezza del viaggio sta nel viaggiare, non esiste arrivo.
Ma questo forse vale anche per la vita.

P.S ogni tanto mettiamoci una cosa seria va'

8 commenti:

Visir ha detto...

Vorrei contribuire con il mio pensiero.

Vi è da dire che gli "schemi corporei" che sono trasferiti nella parte automatica della nostra coscienza hanno solo un certo grado di accuratezza.

La nostra attenzione investe in un atto ma fino ad un certo punto.

Infatti, dopo che abbiamo imparato a guidare non diventiamo piloti di formula 1 solo perchè guidiamo da venti anni.
Il grado di perfezionamento di questi meccanismi per aumentare di efficienza, confort e consumo (che sono le tre regole che utilizza il nostro corpo per vivere e agire) si arresta sino ad un certo grado. Per migliorare ulteriormente necessitiamo non di un allenamento ripetitivo ma di una "allenamento consapevole".
Questi dati sono ben noti ad alcuni (pochi) allenatori e preparatori atletici e a certi maestri di arti marziali.
Pur sapendo si continua ad imparare, direi quindi per riassumere questa attitudine.

Diversamente è, secondo me, per l'empatia, l'intuizione e lo sviluppo anche di quel "pensiero laterale" che ci apre mondi nuovi al nostro essere e ci fa trovare soluzioni inaspettate ai problemi e agli obiettivi che ci siamo proposti.
In questo caso più che di allenamento consapevole (proprio del corpo) è un’attitudine alla fiducia con cui assecondiamo sempre più le nostre sensazioni e in definitiva alla parte non logico-matematica dei processi cognitivi e deduttivi.
Aprendo così una porta che utilizzavamo da bambini, ma che abbiamo chiuso per adattarci più efficientemente a questo mondo materiale di apparenze.
E' noto che questo diverso modo di essere è sviluppato con appositi esercizi ed esperienze nello sciamanesimo e in alcune discipline spirituali.
Nello sciamanesimo si utilizzano tra le altre "l'arte di sognare" come mezzo di espansione della coscienza verso dimensioni diverse. In altre discipline per esempio si usano delle tecniche di respirazione o delle posizioni particolari del corpo che convogliano l'energia in aree determinate favorendo lo sviluppo di queste capacità innate ma latenti nella persona comune.

Così sintetizzando mentre la via del corpo è esperienziale, di allenamento e di ripetizione la via della mente è di riscoperta, di abbandono e verso la non-paura.
Due sentieri che procedono apparentemente in direzioni opposte ma sono paradossalmente sulla stessa linea.

Tanto per essere un po' seri.

Bluvulvet ha detto...

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende

mi prese di costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona
cinguettò estasiata la signora in blù :-)

Haemo Royd ha detto...

Meraviglia delle meraviglie, due commenti uno della ragione , uno del cuore, cosa potrei chiedere di più?

Haemo Royd ha detto...

Meraviglia delle meraviglie, due commenti uno della ragione , uno del cuore, cosa potrei chiedere di più?

Anonimo ha detto...

Dr. Royd, mi scusi... ma proprio me lo leva dalla bocca. Dopo un commento del cuore e uno della ragione... manca un commento del cazzo!
Et voilà! Per servirLa...
Melisenda

Bluvulvet ha detto...

Un commento della ragione ,uno del cuore e uno del cazzo ..Anubi ma dottor Royd ella chi è ?
La Divina trinità?????????????????
Santo subitissimo :-)

Maddalena Leali ha detto...

Carina, la cosa seria. Già, la vita, un bel viaggio, finisce con un'immagine vuota. Magari se uno s'impegna può anche rimorire, che ne sappiamo. Un ossimoro folle che trovo meraviglioso vita morte morte vita vita morte morte vita... vivi ogni minuto , vivi adesso, chi non vive adesso perirà in eterno (G.Cristo). Ma che cazzo han capito i preti che ci hanno inventato sopra l'inferno? Detto così, non fa paura: la non paura è follia e l'arte è la follia di non aver paura a far vedere che si è folli. Per questo gli artisti vivono ogni istante come se fosse l'ultimo, non in senso pretesco, ma nel senso che l'aldilà è l'aldiqua di un altro aldilà, e vai col liscio E l'Alzheimer? .......ho cazzeggiato un po' e una cazzata tira l'altra

Maddalena Leali ha detto...

...e se il viaggio non finisce mai, neanche la vita finisce mai. Quindi ho ragione io, la morte è una vuotaggine,non esiste. Chissà perché mi finiscono le budella per terra, se ci penso