05/04/06

Circe

“E’ l’ora” disse De Pretis “vieni, andiamo fuori”.
Haemo cercò di reprimere il movimento involontario del suo coccige senza riuscirci e porse il collo.
“Maledetta Maga! “ pensò.
Ma adorava fare pipì contro gli alberi e sentire tutti quei buoni profumini, una scintilla di felicità sfiorò la sua corteccia.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il buon Arturo scuoiò dissezionò disossò e sminuzzò senza sosta per ore ed ore...Per cena servì a Livia e Marika un metro e mezzo di salsiccia ciascuna, preparata "à la sarde" (con aggiunta di finocchietto selvatico e un goccino di vernaccia) e cotta su un letto di braci di ginepro e mirto. Satolle e grate, le due Sempreglabre lo omaggiarono delle loro grazie, non senza aver prima rivolto un cordiale ricordo al Supersuino, così lontano e così vicino.

Haemo Royd ha detto...

Historia dolorosa!
Vera Comunione laica; trattengo a stento le lacrime mosso a pietà.
Una sola curiosità, il metro e mezzo di salsiccia che metaforizzazione sottende?
Con affetto
Haemo

Anonimo ha detto...

Egr. Dr. Haemo, gradirei molto, col Suo permesso, conoscere Livia e Marika, mi ispira assai quel "Sempreglabre". Per quanto riguarda la metaforizzazione del metro e mezzo di salsiccia di Arturo (che percaso fa rima con sempreduro) sottende chiaramente una ipercolesterolemia da troppo salame. Oh yeah stavolta, se permette, lo dico io.