29/12/05

Similia similibus iuvantur

Haemo era nella sua tana, stava visitando, bussarono alla porta in modo concitato-Qualcuno sta male- pensò ed andò ad aprire.
Era una signora che, abitando nello stesso stabile dello studio, conosceva di vista –dottore mia figlia sta male, la prego, non parla non risponde, sta con gli occhi chiusi, venga la prego-
Stava due piani più sopra e, mentre salivano –Quanti anni ha?-chiese Haemo
-25- rispose la signora
-Una crisi isterica ipotizzò, devo far presto c’e’ la sala d’aspetto piena di gente e stasera in tv c’e’ la 656° puntata di Sentieri- pensava Haemo
Entrarono in casa e nella stanza della giovane donna, una stanza semplice, da ragazza, sul letto lei, tesa e mugolante, una rapida occhiata confermò l’ipotesi di partenza.
-Signorina mi sente? Sono il dottore dello studio qua sotto- lei annuì
-Signora le spiace uscire un momento?-chiese Haemo alla madre.
Rimasero soli -Voglio che lei stringa i pugni, e tenda le braccia, e voglio che le gambe e i piedi siano tesi, e i denti stretti e gli occhi stretti e i muscoli attorno alla bocca stretti-la signorina forse stupita obbediva agli ordini che Haemo dava con voce pacata ma autoritaria.
La fece tendere tutta e, quando sembrava un baccalà:
-Ora voglio che apra i pugni e rilassi le braccia e i gomiti- e via via la fece rilassare tutta.
-Ora apri gli occhi- lei li aprì, erano occhi di ragazzina e guardavano Haemo per la prima volta.
-Fra poco starai meglio, quello che prima era involontario lo abbiamo trasformato in volontario ed ora ne hai il controllo, cosa è successo? Ti ha lasciato il fidanzato?-
Lei diede una spiegazione che Haemo fece finta di ascoltare poi:
-Ciao devo andare dai miei pazienti- e uscì dalla stanza.
Fuori la mamma preoccupata: -Dottore come sta?-
-Sta bene e fra poco starà benissimo non era niente di grave una crisi di nervi-
Dopo qualche mese la signora passò dallo studio con dei liquori, era quasi Natale
-Come sta sua figlia?- chiese Haemo
-Bene, non le è più successo, ora sa come si fa- disse la signora.

p.s.
Questa storiellina la regalo alla mia consorella Ospizia dell’ordine delle ex vergini crociate.

No Global

La signora aveva circa sessant’anni entrò con aria sconfitta :
-Prego si accomodi-disse Haemo,- che succede, perché tutta questa tristezza?-
-Tutti ce l’hanno con me, non ne posso più- disse la signora.
-Anch’io ce l’ho con lei?- disse Haemo
Lei stupita – Ma no, lei no!-
-Ma il giornalaio qui sotto si, vero?- disse Haemo con aria partecipativa.
- No!- disse la signora.
- Forse ora ho veramente capito, tutti quelli del suo palazzo ce l’hanno con lei- disse Haemo
- Molti non li conosco nemmeno- disse la signora
- Allora chi è questo tutti?-
- Mio marito!- replicò la signora .
- Ora che abbiamo eliminato sei miliardi di persone possiamo cominciare a cercare una soluzione- disse Haemo e la cercarono.

Le cose serie

-Passiamo alle cose serie- disse Haemo e si sbottonò i pantaloni.
La signora lo guardò perplessa poi si chinò su di lui, lo prese nella sua mano, l’altra sotto a palpare, –Le sembra una cosa seria?- disse
- Si, serissima, è un po’ che mi tormenta- disse Haemo
-Ma no, non è niente, solo un po’ d’infiammazione- replicò l’urologa.

28/12/05

A Silvio

La cercava ovunque, nel ritmo della pioggia e nel fischio del vento e sempre la trovava.
Questo amore era cominciato da bambino e non aveva mai perso intensità e freschezza.
Era un amore senza condizioni, ogni volta lei lo stregava.
La assaporava e lei lo travolgeva…sempre.
La Musica era parte della sua vita, un giorno che era un tantino depresso aveva scritto fra le sue disposizioni testamentarie la volontà che il suo funerale fosse preceduto dalla banda cittadina, gli piaceva pensare al suo corteo funebre che marciava lento al suono di “E’ morto un bischero”.

La gabbia di fumo

-Si accomodi signora- disse Haemo
La signora sulla sessantina, aveva un aspetto triste, chiusa nelle spalle il capo chino.
-Cosa sta succedendo? Non sta bene?- chiese Haemo
-Ho ucciso mia madre- disse la signora
-Mi faccia capire, in che senso ha ucciso sua madre?-
-Era in ospedale, stava male, volevo portarla a casa ma i medici erano contrari, l’ho lasciata li e dopo due giorni è morta, così l’ho uccisa io, se avessi insistito forse…- disse la signora
Haemo le porse la mano, lei rispose porgendole la sua
-Scusa non avevo capito che eri una collega-disse Haemo
-Ma io non sono medico!-disse la signora
- Scusi, avevo creduto….visto che…- disse Haemo e aggiunse: “ Vede signora, spesso la nostra mente si costruisce delle gabbie di dolore e noi vi restiamo intrappolati dentro ma sono gabbie fatte di niente, sono gabbie di fumo.La vede la sua? “
La signora confusa dalla proposta di una realtà diversa dalla propria annuì.
Haemo si alzò, andò alla finestra e la aprì, la signora lo seguiva con gli occhi, poi le andò accanto e…” Se soffiamo abbastanza forte forse riusciamo a far volare via la sua gabbia”
Insieme si misero a soffiare, forte sempre più forte, come un bambino sulle candeline.
-Ora l’abbiamo fatta volare via, arrivederci signora- e l’accompagnò alla porta senza ulteriori considerazioni.
Dopo una settimana la signora tornò –Dottore sa che sto meglio?-
- E’ un caso signora, doveva andare così- disse Haemo
Passò circa un anno, la signora entrò sorridendo –Lei certamente non si ricorda di me-
-Ha continuato a soffiare?- disse Haemo rispondendo al suo sorriso.

27/12/05

Visioni

Lei si leccava le labbra guardandolo, poi la sua lingua lentamente iniziava avida e golosa, lo teneva con la mano e, partendo dalla punta scendeva con movimenti leggeri,che gusto le dava!
Lui la guardava e sognava di essere quel gelato ma non alla fragola perchè era allergico.

Probabilità

Sapeva aspettare, erano lustri che aspettava, calmo, paziente aspettava.
-Dato un tempo abbastanza lungo, qualsiasi probabilità si verifica- recitava una delle leggi della statistica, lui la conosceva e ci contava.
Così aspettava una donna che si accorgesse di lui.
Invano.
Sapeva aspettare, erano lustri che aspettava, calma, paziente aspettava.
-Dato un tempo abbastanza lungo, qualsiasi probabilità si verifica- recitava una delle leggi della statistica, lei la conosceva e ci contava.
Così aspettava un uomo che si accorgesse di lei.
Invano.
Quel lunedì alla fermata del bus c’erano solo loro due, si riconobbero, si sorrisero timidi, fu come se si conoscessero da sempre, lei drizzò le spalle, lui levò il berretto di lana, stettero in silenzio troppo impacciati per rompere il ghiaccio.
Poi lui prese il 7 e lei il 18.

26/12/05

Family sex 4

Lei considerava sesso selvaggio urlare a squarciagola dall’inizio alla fine, se ne parlò all’assemblea condominiale.
-Le coliche….la sofferenza..- farfugliò Haemo
Fu deriso , si sentì molto infelice e in seguito ebbe problemi per la sua attività erettile.

Family sex 3

-Rimettiti la dentiera amore, ho voglia di sensazioni forti questo mese-

Family sex 2

-Ho finito caro-
-Ti ho detto che ho finito, fermati!-
-Riaccendi quel cazzo di apparecchio acustico!-

Family Sex 1

-Lo sai che queste moine mi irritano, non potresti passare subito al sodo?- disse Pina
-Non potremmo transitare prima dal molliccio?- rispose Haemo
-Ammetto che di solito facciamo così, ma oggi ho mangiato carciofi e mi scappa da scoreggiare- rispose Pina

25/12/05

Insalata di parole

Gli piaceva vestirsi con colori neutri, grigio, marrone e poi tuffarsi nella grande città perfettamente invisibile, riusciva a camminare per ore in mezzo alla folla e nessuno lo notava, ogni tanto entrava in un bar per verificare la sua consistenza –un caffè ristretto- il barista lo serviva, gli augurava buongiorno, ma in modo epidermico, senza empatia.
Beveva il caffè e, ridiventato invisibile, ricominciava la passeggiata.
Immaginava le storie che gli passavano accanto, per gioco, rubava una parola qua, un verbo là dalle conversazioni e le assemblava alla ricerca di profezie moderne
-L’anno prossimo il presidente sarà sconfitto-
Aveva inventato il “Demovaticinio”.

Guardami dentro

Dopo due mesi che si frequentavano lei gli permise di dare un’occhiata alla sua interiorità non senza un certo pudore.
Lui le guardò la milza e un rene e ne fu compiaciuto.

24/12/05

Presepe

“Dove hai messo quel cazzo di bottiglione?In questa stalla non si trova mai niente!” disse Giuseppe
“Lo sai che non devi bere piu’ di due litri al giorno, lo ha detto anche il dottore” rispose Maria
“E’ un asino!” replicò Giuseppe
“No, sei tu che sei uno stupido bue” aggiunse Maria
Il bambino si mise a piangere, non trovava il suo Game Boy.

24 Dicembre 8005

La nave emise tre suoni di sirena e poi lentamente lasciò il porto di Cervinia, il maggiore del Mediterraneo, i croceristi a bordo erano eccitati, sarebbe stato divertente visitare l'arcipelago di Europa.

23/12/05

S. Remo

“Gioca con me!”
“No perchè sei nero e la mamma non vuole!”
Il croupier fece spallucce ma un poco si intristì.

S.Natale

Era l’antivigilia, dalla palestra della scuola usciva un canto di Natale e accarezzava l’anima.
A Haemo vennero in mente i ragazzi delle generazioni precedenti, le speranze e le attese, fece un bilancio, erano successe cose bellissime e cose amare, tutto sommato era contento.
Per festeggiare, aspettando la bambina che faceva parte del coro, scopò la mamma di Piera nei gabinetti della scuola e godettero assai.
Amava il S. Natale.

22/12/05

Incontri

Quella mattina si era svegliato con la testa così vuota che i rari pensieri destavano echi nel suo cranio.
La sera precedente era stato alla festa di Paola, la sua collega dell’ufficio e aveva bevuto un po’ troppa birra, però aveva conosciuto Marina, una simpatica quarantenne castana e con gli occhi che ridono.
Gli aveva lasciato il numero di cellulare e frugò nelle tasche dei pantaloni alla ricerca del foglietto sul quale se l’era appuntato.
“Pronto Marina?”
“No sono Deborah la figlia, la mamma non c’e’ è andata al lavatoio, ha lasciato il cellulare a casa per tema che glielo carpiscano”
“Come al lavatoio?”
“ Si, mamma la domenica mattina va a fare il bucato al lavatoio comunale, li c’e’ anche l’acqua calda e la saponaria è gratis”
“Quando rientra?”
“Verso desinare”
“Richiamo, grazie”
Rifletteva sulla singolarità delle persone quando la suoneria del suo cell intonò “Can I fuck your granny?” degli Obituary
“si?”
“Haemo? Sono Marina, quella sinistrata di mia moglie finge sempre di essere mia figlia e mi colloca nelle situazioni più folli, di solito al lavatoio”
“E cosa ci fai al lavatoio?”
“ Ma non vado al lavatoio, quale lavatoio?”
“Scusa come tua moglie?”
“Si sono sposata con una donna hai qualcosa contro i gay?”
“Scusi ho sbagliato numero” e mise giù.

La donna che credeva di essere depressa ed era solo scema

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(inserire il proprio nome nell'apposito spazio)

Margherita

Ogni volta che succedeva giurava a se stesso che sarebbe stata l’ultima e poi ci ricascava.
Margherita l’aveva stregato…..
Si sedeva…aspettava….”Come la vuole la pizza signore?”
“Margherita”
Avrebbe tanto voluto una quattro stagioni!

Time out

“Perché fai questo a me?” domandò Silvia a Renzo che in fretta faceva su le sue cose,
“Dove andrai, cosa farò senza di te?”
Renzo la guardava senza parlare, la fronte agrottata a digerire i pensieri poi…..
“Devi sapere che un giorno mentre passavo per il parco ho incontrato una rana, una banale ordinaria rana come se ne vedono mille lì, mi ha guardato e..: “Ciao Renzo, sono la reincarnazione del papà”
“Credevo di sognare o che i funghi della sera prima mi stessero procurando un’allucinazione ma il batrace proseguì”
“Sono in questo animaletto perché nella vita precedente ho sorriso poco ed ho usato il tempo come se fosse infinito spendendolo spesso in banalità”.
“Fai quello che vuoi delle case, delle macchine e di tutto il resto, vado a sorridere”
“E il party di questa sera dai De Pretis?” chiese Silvia.

21/12/05

Come se

Si guardarono negli occhi con un po’ d’ imbarazzo, avevano comunicato senza parole ma era come se avessero fatto l’amore.
Ogni volta in ascensore succedeva la stessa cosa, muti si dicevano….”ti voglio”, ….”anch’io tesoro”.
Lei era la più forte dei due, fosse stato per lui sarebbe successo sul serio, sognava il suo sapore e le sue morbidezze, ,di coccolarla e poi di prenderla dolcemente, a lungo, di scoprire come godesse e di godere dentro di lei.
Ma non si poteva, gli altri non avrebbero capito questo strano amore fra Haemo e Diana la Boxerina dell’inquilino del 16 A.

Il Volo

Fece un rapido chek assieme ai suoi collaboratori….tutto in ordine.
Il Mago Esoterista “ Pyno” avrebbe dimostrato al mondo che il volo magico umano era possibile.
La folla ammutolì, Pyno, vestito di lustrini, salì sul parapetto del ponte alto 80 metri, si guardò intorno compiaciuto ma concentrato e….”Oplà”…….Splat!

20/12/05

Solstizio

Il cielo a oriente da nero si era fatto blu scuro, faceva freddo, Haemo si strinse nella giacca a vento e aspettò, la pietra del dolmen era ruvida e gelata al tatto, a saperla ascoltare narrava storie passate remotissime.
Raccontava di speranze e di emozioni di altri uomini polvere da millenni, lentamente l’est schiariva, finalmente una scintilla di sole proclamò il nuovo giorno e in pochi minuti fu l’alba.
Si sentì parte di una catena e per un attimo fu felice.

Ufficio Patenti

Il Drago si stava avvicinando, ne sentiva il verso profondo e terrificante, la caverna sapeva di aria ferma e muffa.
Avvertiva l’emozione dentro di lui crescere ma era abituato a tenerla a bada, stette fermo e aspettò, esteriormente indifferente.
Il rombo cupo si fece sempre più forte, eccolo stava entrando!
Sempre in ritardo!
Salì sulla metro e, come tutte le mattine, andò in ufficio.

18/12/05

Humanae Rerum

Gli sorse un dubbio….e se?
E se tutto quello per cui era vissuto fossero state solo invenzioni nate per esorcizzare il Grande Buio che sentiva vicino?
Fu scosso da un brivido e posò la penna per riflettere ancora una volta.
Avrebbe continuato la stesura dell’enciclica più tardi.

17/12/05

Marc, la fiera dell'elettronica

Era giorno di fiera, come tutti gli anni prima di Natale aveva deciso di andarci assieme a Claudio. Esercitando un discreto culo, avevano trovato un parcheggio abbastanza vicino e, chiusa la macchina, stavano seguendo il flusso della folla costituita prevalentemente di uomini di mezza età come loro due.
Era una mattinata ventosa ma limpida, la fiera trenta e più anni prima era stata costruita rubando terra al mare, e quando furono giunti all’ingresso, fra le migliaia di teste e di auto lo colpì un fazzoletto di spiaggia di ghiaia nera sul quale la risacca disegnava riflessi indifferente.
Fu una promessa di eternità fra lui e il mare.

Luomo che non sapeva ridere

Non sapeva ridere…proprio non capiva cosa fosse che, negli altri, scatenava il riso.
Così si mise in cammino alla ricerca di qualcuno che potesse spiegargli.
Andare in un circo gli sembrò il primo passo da fare, il clown Ruttino del minicirco Tomboli gli disse che i capitomboli con coro di rutti facevano molto ridere ma lui pianse.
Allora andò agli studios della Laughing Co Films, li l’attor comico, che soffriva di gotta, gli spiegò che il paradosso e il surreale funzionavano quasi sempre e gli fece degli esempi.
Non funzionò.
Sull’autobus per tornare a casa rifletteva sulla sua disgrazia quando gli occhi gli caddero sulle mini autoreggenti, praticamente gambaletti, di tale Romei Giunone di anni 48, truccata modello mantide di periferia.
Quando a casa di lei poco dopo la vide nuda rise, ma Giunone si incazzò.
Non capì mai perché.

16/12/05

Napoleone

Riconosceva di essere severo ma era una dote necessaria ad un duce di uomini come lui, ora doveva decidere se far mozzare la testa o no ad una delle sue staffette per essersi fermata a bere ad una stazione di posta.
Sempre scelte!…Optò infastidito per il si, poi si mise a studiare la carta dell’imminente battaglia, sarebbe stata dura, era dubbioso per il reggimento di fanti di riserva, adoperarli subito o no…stava per decidere quando fu svegliato dalla mamma per la poppata delle sei.

La potenza della mente

Fin da bambino sentiva di essere destinato a grandi cose, nulla succedeva per caso, poi quel mattino l’intuizione…era tanto che faceva capolino fra i suoi neuroni inafferrabile, oggi l’aveva inchiodata.
Si mise al computer e, furiosamente ma in modo lucido buttò giù di getto la formula dell’invenzione che avrebbe rivoluzionato il mondo.
Finì e , in grassetto appose il titolo:”Acqua Liofilizzata

15/12/05

Incontri

L’aria era frizzante e fresca, si sentiva leggera e la sensazione elastica delle gambe che la spingevano in salita sul prato era rassicurante e gradevole, il cuore pompava ritmico ed i suoi occhi scannerizzavano l’ambiente in modo perfetto.
Era orgogliosa dei suoi nuovi sandaletti, erano stati un ottimo affare, la nonnina sarebbe stata fiera di lei, e anche le mutandine marca Sloggy e la t shirt della Puma, e i meravigliosi jeans della Dolce& Gabbana.
Cazzo, era proprio contenta, malauguratamente dalla macchia arborea apparve un lupo ventriloquo che a gesti le fece capire la necessità , per salvare la pelle, di soggiacere alle sue voglie.
Si spogliò e ripose tutto piegato per benino, poi soggiacque alle voglie del canide…non fu un’esperienza troppo dura, ma la crescenza per la nonnina nel cestino andò a male.

14/12/05

2099

5 vecchi….4vecchi…3vecchi….2vecchi….1vecchio…..GO!
Lancio effettuato! Il pacchetto quantico di anime era ora in viaggio verso Al Dhi Lha,.
“Buon tempo, sono il comandante Charon, ci spostiamo velocemente e arriveremo a destinazione in sette temporali e tre quarti, tempo previsto all’arrivo: eterno. La compagnia vi dà il benvenuto a bordo e spera che il viaggio sia di vostro gradimento”
“Speriamo non mi perdano i bagagli” pensò Anima 2.
Iniziò un coro di angeli, celestiale.
“Che schifo di musica”, pensò Anima 5.
“Nemmeno lo champagnino!” pensò anima 4
“Mi sa che ce l’ho in quel posto” pensò Anima 1
“Dicono che il sesso degli angeli ti faccia sentire in paradiso, chissà se c’e’ il bidet?”
Pensò Anima 3; era più furba della media delle anime essendo stata di una medichessa di famiglia italiana e pure meridionale.

13/12/05

Atto d'amore

“Quando ero giovane io c’erano le mezze stagioni, si stava bene, tutto era genuino, non c’erano tante brutte malattie e la società era sana dentro.”
“Non me la sento di farti vivere in questo inferno, tutto è indecisione: cosa mi metto? cosa mangio? cosa voto? dove vado in ferie? Cambio i mobili o no?”
Per l’amore che ti porto, per questo ti uccido…..

12/12/05

Tertium datur

Pioveva fine fine, era indeciso se prendere il bus o un taxi, decise di andare a piedi e si godette la pioggia fredda sul viso e il profumo che saliva dalla terra delle aiuole, era libero…

07/12/05

Lieto fine 1

Fuori il Natale brillava di riflessi e di luci, si sentiva nell’aria Bing Crosby che cantava “White Cristhmas” l’ambiente era caldo e sereno, suonarono alla porta…”chi mai sara’?” esclamò il nonno.
Anna andò ad aprire , entrarono sei loschi figuri e violentarono: la nonna, il nonno, la mamma, il babbo, Sara, Giosafatte, Fuffi , Fido e Loreto ripetutamente; e si portarono via anche il candelabro e l’arrosto di renna.
Fossero stati cristiani avrebbero avuto il Natale rovinato.

Storia triste 7

Fece il cenone di Natale, malauguratamente il capitone era avariato e mori'.

06/12/05

Storia triste 6

Il Mig sfrecciava nella notte a mach uno, “ Said un contatto a 30 miglia “…”Bersaglio illuminato e acquisito comandante”
“Pronto a far fuoco Said, il Bastardo sta attuando una manovra evasiva”
“Sono le renne che zigzagano comandante”
“Per la gloria del Giusto, FUOCO!”
“Missile in aria! “
“Centro! Centro!”
Il caccia bombardiere virò, alla base li aspettava un the bollente, era la notte di al nathal……

05/12/05

Storia triste 5

Era la notte di natale, nell’orfanotrofio scoppiò un incendio a partenza dall’albero di natale, tutti gli orfanelli morirono.

Storia triste 4

Era il primo bacio…resisti cuore mio….morì.

Storia triste 3

Finalmente era riuscita a comprarsi un cucciolo, era delizioso, gli diede il mangime per cuccioli, ma si sbagliò, era acido fluoridrico e il cucciolo morì.

Storia triste 2

Correva a casa dai suoi cari, lo travolse un’ape 50 e morì.

Storia triste 1

Incontrò la signora e si scappellò, lei si risentì e morì.

Prece

Suor Supplizia congiunse le mani in una muta preghiera: “ Padre fa’ che ogni giorno della mia vita mi alzi felice come un uccellino, che mi accontenti di quello che ho e di quello che non ho, che sorrida una volta di piu’ che una di meno, che la mia stretta di mano sia sempre ferma e sincera, che in ogni atto e lavoro metta la mia intelligenza e la mia pazienza, che gli amici e i nemici possano contare su di me, che possa dare agli altri serenità e amore e già che ci sei….avrei giocato al superenalotto…concorso 26. Grazie Padre”

04/12/05

Dialoghi

“Permette?” Haemo Royd, sono un esperto in lettura del linguaggio delle piccole labbra”, la signora seduta davanti a lui in treno lo guardò esterrefatta, elaborò e, sollevata la gonna e spostata la mutanda :”Sono Marina Rossi, piacere” rispose.

02/12/05

Solitudo

Si sedette al tavolo del ticket restaurant, una trattoria ribattezzata, l’aria era satura di vapore e odori di cucina e il rumore una jam session di suoni di stoviglie e laringi.
Ordinò ad una camerierina svogliata riso ai diciotto formaggi angus di tacchino e una minerale gassata.
Voleva festeggiare, era il suo compleanno.

01/12/05

Delirium Fidei

Kenaton, scriba al catasto reale si sentiva schiacciato dalla routine, sempre le stesse cose, sempre la stessa vita:" Ra, perchè fra tutte le realtà possibili proprio la peggiore?" esclamò.
Il Benevolo lo ascoltava, ascolta tutti e...Zot!
Gli spuntarono due emorroidi come poponi del Medio Nilo.
Era bello dondolarsi sullo scranno.....

Inverno

La Piccola Venditrice di accendini tendeva la manina livida nel vento gelido di dicembre: "Comprate un accendino....", passava di li un principe sulla sua Harley, si fermò, scese e la stuprò.