Il glicine si arrampicava tortuoso sull’intonaco screpolato della casa, raggiungeva il balconcino panciuto in ferro battuto e, attorcigliandosi su se stesso lo superava per terminare poco più in alto con le mollezze dei suoi fiori e delle sue foglie che opulenti regalavano colori forme e sensazioni.
Era presto e l’acciottolato brillava ancora dell’umidità notturna, Haemo amava quel fiore e si era fermato a godere della pace che evocava nel suo animo quando una voce d’uomo interruppe la sua contemplazione rompendo l’incantesimo.
“Haemo che piacere!” esclamò De Pretis “Anche tu a Stresa? Amico mio cosa fai qui?”
“ Ciao Celeste, sono qui per partecipare ad un congresso sugli omicidi compulsivi, proprio ieri abbiamo parlato di un medico che ha ucciso un notaio perché colto da raptus per essere stato interrotto mentre contemplava rapito un glicine gigante” rispose gentile Royd.
De Pretis si grattò la testa pensieroso.
08/04/06
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