-Si accomodi signora- disse Haemo
La signora sulla sessantina, aveva un aspetto triste, chiusa nelle spalle il capo chino.
-Cosa sta succedendo? Non sta bene?- chiese Haemo
-Ho ucciso mia madre- disse la signora
-Mi faccia capire, in che senso ha ucciso sua madre?-
-Era in ospedale, stava male, volevo portarla a casa ma i medici erano contrari, l’ho lasciata li e dopo due giorni è morta, così l’ho uccisa io, se avessi insistito forse…- disse la signora
Haemo le porse la mano, lei rispose porgendole la sua
-Scusa non avevo capito che eri una collega-disse Haemo
-Ma io non sono medico!-disse la signora
- Scusi, avevo creduto….visto che…- disse Haemo e aggiunse: “ Vede signora, spesso la nostra mente si costruisce delle gabbie di dolore e noi vi restiamo intrappolati dentro ma sono gabbie fatte di niente, sono gabbie di fumo.La vede la sua? “
La signora confusa dalla proposta di una realtà diversa dalla propria annuì.
Haemo si alzò, andò alla finestra e la aprì, la signora lo seguiva con gli occhi, poi le andò accanto e…” Se soffiamo abbastanza forte forse riusciamo a far volare via la sua gabbia”
Insieme si misero a soffiare, forte sempre più forte, come un bambino sulle candeline.
-Ora l’abbiamo fatta volare via, arrivederci signora- e l’accompagnò alla porta senza ulteriori considerazioni.
Dopo una settimana la signora tornò –Dottore sa che sto meglio?-
- E’ un caso signora, doveva andare così- disse Haemo
Passò circa un anno, la signora entrò sorridendo –Lei certamente non si ricorda di me-
-Ha continuato a soffiare?- disse Haemo rispondendo al suo sorriso.
28/12/05
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