31/03/06

La cornice

In lontananza il mare disegnava merletti di schiuma bianca lungo la costa frastagliata che si perdeva nella foschia, dall’alto stando attenti sembrava di udire il rumore della risacca.
Alle spalle di Haemo e di Trycycla, una collega che aveva conosciuto ad un congresso messicano, la villa assolutamente principesca di un miliardario americano circondata da un parco grande quanto la provincia di Nuoro.
Avevano raggiunto quel posto con un volo privato ed ora erano lì, vicini, ad ammirare il panorama, lei pensava:” Che posto romantico, che galante questo piccolo uomo italiano”
Lui pensava:” Certo che come cornice per una figa e’ costato parecchio sto cazzo di posto!” e le sorrise.

Petali di rosa

Ogni millimetro di spazio era occupato, non si stava scomodi ma non esisteva nessuna possibilità di movimento e il tempo passava.
Si interrogava spesso su cosa ci fosse fuori finchè un giorno il guscio si ruppe, dapprima una piccola crepa e poi…la luce.
Il mondo era bellissimo così tappezzato della cacca di mamma e delle zie!
Cominciò il cammino.
Oh yeah

30/03/06

Ascolta...si fa sera

“Dottore mi aiuti! Lei sa che ho quattro figlie, una più brutta dell’altra, Michela è irsuta, Paola calva, Georgette obesa e Livia è strabica, le ragazze che da questo momento per comodità definirò come Elefantesse, dicevo le Elefantesse hanno inventato una sorta di sodalizio-setta per cui vivono in un loro mondo dal quale sono esclusi i maschi” Haemo attento annuiva.
“ Va da sé, Dottore, che questo limita fortemente le probabilità che qualcuno si innamori di loro e le sposi, cosa possiamo fare?”
Haemo la guardò, poi prese la penna e stilò la prescrizione:
1 rasoio
1 mela al giorno
1 parrucca
1 paio di occhiali da sole
“ Et voilà caso risolto Madama Dore’ arrivederla” disse sorridente con accento parigino.

29/03/06

Mon Tresor

La osservava dormire, il respiro un po’ aspro per le troppe sigarette, i capelli sciolti sul cuscino.
Sentiva ondate di affetto partire da lui ed irradiarsi verso lei, Dio quanto l’amava!
Lei aprì un occhio, poi l’altro, lo mise a fuoco e…” Cazzo c’hai da guardare? Tanto la do a un altro!” disse.
Lui aggrottò la fronte guardò in alto a destra pensoso e gli venne un leggero dubbio.

28/03/06

Psicodramma



Piovigginava lentamente e attraverso i vetri doppi il rumore del traffico arrivava attutito nello studio di Haemo, il condizionatore ronfava discreto e diffondeva aria calda che rallentava le idee.
Seduta di fronte a lui una giovane donna poco oltre la trentina, occhi verdi, capelli neri , alta e carina.
Lui ascoltava e le parole di lei raggiungevano la sua coscienza solo in parte, in fondo era sempre la stessa musica, lo stesso copione, lei, il suo lui e l’altra e tutta la serie di sensazioni e di trappole che immancabilmente erano scattate a imprigionare la razionalità.
Ora lei soffriva ed attribuiva il suo malessere a qualcosa di fisico:“La prego professore mi aiuti, non mangio più, dormo male e ho l’orticaria”.
Il Gran Visir dei medici si alzò, indossò il suo turbante, quello col rubino e il pennacchio nero si tirò su i guanti di raso nero ben oltre il gomito e vomitò.

27/03/06

Poste Italiane

Il postino superdotato aveva le mani occupate, così dovette pensare per qualche attimo a Cinzia per poter suonare.
La vecchina che venne ad aprire, appese il secchio con l’acqua dei pavimenti all’aggeggio del portalettere per poter firmare la raccomandata dello zio d’America con i dollari dentro.
Ci si sarebbe comprata i dadi svizzeri di cui era ghiotta.
Oh yeah

Lunedì

Era di nuovo lunedì, fuori pioveva e stava procrastinando il momento in cui sarebbe uscito, non aveva proprio voglia di affrontare un’altra settimana uguale alle altre, prese il telefono e chiamò l’ufficio: “Non sto bene, mi fermo tre giorni” disse, poi scese, salì in auto e alle 20 era a cena in un piccolo bistrot di Montmartre.
Era tutta la vita che voleva farlo ed ora era lì, di lunedì e fuori pioveva….

La sfera di cristallo

“ Dottore, sono stressata, i miei pensieri tornano sempre ai miei problemi e sto male!” disse la giovane signora ad Haemo torcendosi nervosamente le mani e guardandolo con la fronte aggrottata.
“Mh…e come mai sta male?” chiese l’Ultraclinico.
“Perché penso a tutte le difficoltà da superare per risolverli ed a tutti gli imprevisti che dovrò affrontare” rispose la signora leggermente sconcertata.
“ Visto che lei sa prevedere il futuro mi lasci dalla segretaria sei numeri da uno a novanta e duecentocinquanta euro, arrivederla signora”.
La signora si alzò e lentamente, come in trance :” Arrivederla” rispose.

26/03/06

Hippy

Erano già due minuti che meditava sull’importanza della tolleranza, su quanto fosse basilare, per una buona qualità della vita di tutti, la capacità di capirsi e capire gli altri, quando bussarono alla porta del suo studio: “Professore c’e’ il collega Bianchi che vorrebbe parlarle” disse Luca sporgendosi dalla soglia .
“ Quel pulcioso? Digli che non ho tempo, non lo sopporto con quei capelli lunghi , sembra un hippy!” rispose il Meditativo.

25/03/06

Donne

“ Deliziose, completanti, pensose, vezzose, con le braccia alzate ad aggiustarsi i capelli, sguardi da sotto le ciglia, dentini che mordono il labbro inferiore, profumo di pane fresco, incavo delle ginocchia e calze scure, occhi lucidi e sorrisi e una mano che sfiora la tua, donne con la pancia e le labbra gonfie di ormoni gli occhi che custodiscono un segreto, donne anziane che danzano un tango e vedi la ragazza che e’ ancora dentro di loro; braccia che si aprono ad accoglierti , sorrisi e lacrime, una mano dietro la tua nuca e un piatto posato davanti a te con amore, gli occhi nei tuoi mentre le ami, questo sono le donne, De Pretis” disse Haemo “ e stai fermo che sto per venire” aggiunse.

23/03/06

L'ultimo romantico

“ Dove vogliamo andare stasera amore?” disse Livia mentre Haemo affilava la sua ascia da lancio.
“ Nei boschi cara, a veder sorgere la luna” rispose l’Ultimo Romantico.

Standing Ovation

Haemo si pose sulle spalle la stola di ermellino e si ammirò allo specchio, si, il costume da gran sacerdote di Roydology gli stava proprio bene, è vero assomigliava un tantino all’uniforme del Principe di Monaco, con quelle spalline che sporgevano venti buoni centimetri dalle spalle, ma il cappello a cilindro di 36 cm lo slanciava.
Si pavoneggiò davanti allo specchio, poi :” Marika!” chiamò.
La segretaria particolare del Gran Visir entrò ancheggiando nella sua gonna corta, i tacchi a spillo che ticchettavano sul pavimento, il maglioncino di cachemire aderente al busto:”Dimmi caro” ,quando erano soli si permetteva il confidenziale tu.
“Mari, gattina, Ciucci Ciucci del tuo Haemino, pensi che dovrei mettere le scarpe con la fibbia d’oro o gli stivaloni alla coscia di vernice nera?”
“ Senz’altro gli stivaloni caro ma fa presto, la sala è già piena e tutti aspettano te”
Finalmente vestito, il Semidivino entrò maestoso sul palco della sala delle feste dell’AICT l’Associazione Internazionale Ciechi Totali, il silenzio era assoluto.
“ Sono qui con voi miei cari confratelli” disse amorevole.
Fu ovazione.

Personalità

Non ricordava più quante volte si fosse raccomandato di eseguire il compito con attenzione e diligenza, ora era proprio stufo, la sua terza personalità doveva smetterla, così la sua prima personalità decise che era necessaria una punizione esemplare.
La sua seconda personalità argomentò un poco, ma poi dovette convenire che Prima aveva ragione, il tappo del dentifricio andava rimesso al suo posto.
Così , mentre Terza guidava su un viadotto, Prima sterzò verso il guard rail mentre Seconda annuiva pensierosa.

22/03/06

Il Pensierino

“ Oh che grazioso sturalavandini dell’800!” pensò Haemo davanti alla bancarella del mercatino delle pulci; dopo un’accanita contrattazione riuscì a farlo suo per soli 463 euro.
Mentre il grifagno venditore lo incartava pensò: “ Chissà Livia come sarà contenta!” e gongolò.
Oh yeah.

21/03/06

Doccia scozzese

“Con tutto il rispetto professore mi permetto di insistere, è come dico io, la realtà è univoca, i nostri sensi non mentono!” disse Luca rivolto al Maestro.
Haemo lo guardò pensieroso, poi chiamò la caposala:” Franca, per favore, faccia portare nel mio studio tre bacinelle con dell’acqua, una ben calda, una molto fredda ed una tiepida”
“Ora Luca immergi la destra nell’acqua calda e la sinistra nella fredda”, dopo un paio di minuti il discepolo fu invitato ad immergere entrambe la mani nell’acqua tiepida, i suoi occhi si dilatarono per la sorpresa e la sua bocca si aprì per lo stupore, la mano calda sentiva freddo e reclamava urgentemente l’aggiunta di acqua calda , quella fredda il contrario.
“ Vedi come la medesima realtà possa apparire diversa e come il comportamento sia conseguente alla percezione personale?” disse l’Illuminato.
Luca da quel giorno ebbe una certezza in meno ma fu migliore.
Oh yeah.

20/03/06

L'asino

Era un ciuco di quelli piccoli, con le orecchie lunghe ed i peli sul muso grigio, ogni tanto si fermava e cocciutamente rifiutava di muovere anche un solo passo,il suo padrone, dopo aver cercato di convincerlo con le buone, gli dava una scarica di legnate sul gobbone e puntualmente interrompeva le sue riflessioni sulla critica della ragion pura di Kant, c'era un passaggio che gli risultava particolarmente ostico.

19/03/06

Veni Vidi Vici

“ Le spiace servirmi una birra scura senza schiuma al tavolo?” chiese Haemo al cameriere col grembiule nero lungo.
“Si, mi spiace” rispose quest’ultimo.
Aveva vinto al Superenalotto.
Oh yeah

Spes ultima Dea

La donnina delle frittelle portava sempre con se il profumo del suo lavoro, dovunque andasse tutti si fermavano un attimo e, dilatando le narici, assumevano un’aria stupita.
Era difficile attribuirle un’età, era fra i quaranta ed i cinquanta, viveva sola, non aveva ancora trovato l’amore e ormai non ci sperava più, i suoi capelli “fritti” pendevano ai lati della testa tristi.
Ogni giorno si alzava ed indossava della biancheria seducente sotto il vestitino informe, “non si sa mai” pensava, si specchiava e vedeva che quello che nessuno aveva mai chiesto avrebbe potuto far felice un brav’uomo.
Quel giorno stava friggendo dietro il bancone quando entrò un signore con i baffi e le tempie spruzzate d’argento, lei sentì qualcosa dentro che si fermava, lui la guardava con un sopracciglio leggermente alzato ed un sorriso negli occhi scuri.
“Ha del baccalà fritto?” le chiese
“Si” rispose lei
“ E vuole venire via con me, sposarmi e stare per sempre assieme?”
“Si” disse lei, il cuore che batteva all’impazzata.
Tolse il grembiule, spense il fornello ed uscì con lui, mano nella mano.
E vissero assieme felici e contenti.
Oh yeah.

Berlin\Munchen

L’aereo volava alto e stabile sopra al mare di nuvole, il ronzio del motore e le vibrazioni della carlinga avevano indotto in Haemo una specie di stato alterato, aveva seduta accanto una signora tedesca sulla quarantina con una kilt bianco e nero ed un costoso maglione di cachemire grigio, le mani un po’ grandi ma curatissime della donna portavano un enorme brillante.
Era seduta alla destra del Supergalattico, vicino al finestrino ed Haemo nel tentativo di guardare giù ogni tanto le si sporgeva un pochino addosso.
La Dama profumava di Poison e il nostro adorava quel profumo, così, un po’ per noia un po’ per gioco, le chiese:”Deliziosa compagna di viaggio, verrebbe a visitare la mia villa a Carugate? Potrei farle vedere la mia collezione di spremiagrumi del ‘600 ”
La donna lo guardò un po’ altezzosa, poi lesse qualcosa che la incuriosì negli occhi del compagno di viaggio, una luce intelligente e maliziosa che la spinse a rispondere.
“ Mein Herr, folentieri ferrei in zua villa, ma mio impresario aspettare me per spettacolo di drag queens di questa sera”
“ Fa niente!” rispose Haemo leggermente imbarazzato.

15/03/06

Enlarge your penis

Tolse il grasso dallo speck e intanto pensava alla salumiera che glielo aveva venduto, era grassa grassa , doveva avere almeno l’ottava di reggiseno e la sua vocina esile contrastava col donnone che era, ogni volta che entrava nel negozio lo guardava con aria severa e, agitando il coltellaccio da cotenna: “ Buongiorno professore , oggi siamo in gran forma eh?” gli diceva col vocino e poi lo guardava allusivamente poco al di sotto della cintura.
Lui si sentiva imbarazzatissimo e non si sapeva spiegare perché gli dicesse così, prima di entrare nel negozio controllava tre volte la cerniera dei pantaloni, era sempre ben chiusa.
L’indomani avrebbe tolto il Supervacuum, lo sviluppatore penieno che doveva portare per sei mesi, forse si vedeva….

Noli me tangere!

Digitò con attenzione il codice segreto del bancomat, 33455 la scritta sul display lampeggiò, toccò la voce prelievo e poi la cifra 250 e la macchina cominciò ad emettere il solito alacre ronzio, dopo qualche secondo iniziarono ad uscire i soldi e il ciclo si ripete’ e si ripete’ ancora….erano almeno cinque minuti che continuavano ad uscire euro.
Una luce avida si accese negli occhi di Haemo che si addossò al bancomat in una sorta di amplesso, lo sguardo che saettava a scrutare il territorio, un filo di saliva all’angolo della bocca.
“ Miei….miei” mormorava trasfigurato.
Una vecchia dietro di lui esclamò:”Ne ha ancora per tanto?”
Le rispose con un ringhio ed un diretto allo stomaco che la fece stramazzare senza una parola.
“ Noli me tangere!” gridava Haemo mentre i Carabinieri lo portavano via.

14/03/06

Raccontami una favola

“Raccontami una favola” disse Livia con voce assonnata.
Haemo incominciò:” C’era una volta in un paese lontano lontano una ragazza che aveva paura della paura, nella sua testa immaginava ombre nere continuamente mutevoli, non riusciva ad afferrarle con lo sguardo che subito cambiavano, a volte, mentre stava per addormentarsi le sembrava di poterle capire ma poi il sonno aveva il sopravvento e tutto svaniva nell’oblio.
Andò da un vecchio saggio che viveva solo proprio fuori del paese a chiedere consiglio.
Il vecchio la ascoltò con attenzione, poi lisciandosi la lunga barba bianca dette la risposta:
“Figliola, ognuno combatte con le sue paure, ora ti doterò di un’arma infallibile, prendi questa pietra nera e questa pietra bianca, quando vorrai vedere in faccia le tue ombre batti le pietre una contro l’altra, si sprigionerà una scintilla che per qualche momento ne fermerà il vorticare ma attenta, decidi se veramente vuoi sapere.”
Livia, si chiamava come te per uno strano caso, uscì dalla casa del saggio con una pietra per mano, non vedeva l’ora di essere nella sua camera per provare.
Finalmente sola socchiuse le imposte e, dall’ombra cominciarono ad apparire le sue paure, rapida percosse una pietra contro l’altra e la scintilla le bloccò, osservò con attenzione….non credeva ai suoi occhi, era solo fumo, semplice banalissimo fumo, fatto di niente e al di là prati verdi e sole, tanto sole.
Haemo si fermò ad osservare Livia che dormiva serena e russava un pochino.

13/03/06

Santo subito!

Nonostante le amorevoli cure dell’Archiatra il Papa era tornato al Padre all’età di 122 anni, da tutto l’orbe terracqueo accorsero i Cardinali a conclave, il Decano, ago e filo in mano si accingeva a cucire le schede del primo scrutinio per l’elezione del Santo Padre.
Rimordi…Fenici…Fenici….Royd…Royd….Royd….Royd….i porporati si guardarono sgomenti, lo spoglio fu interrotto e venne consultato il testo di diritto canonico.
Una legge del 1216 permetteva l’elezione di un laico purchè fosse in odore di santità in vita.
“Nunzio vobis gaudium magnum, habemus Papam, excellentissimus professorem Haemo Royd cuis nominem Haemus Primus est!” esclamò il segretario di stato, alla folla col naso all’insù, dal balcone papale.
Fu un tripudio, De Pretis in piazza S. Pietro organizzò un coro da stadio con un megafono a mano per il suo amico: “Santo Subito…Santo Subito! E’ un mio amico!”
Poi la folla si zittì, Haemo in bianco si presentò splendido ed avvicinatosi al microfono retto servilmente dal camerlengo tale Luca: “ Fratelli e Sorelle, zie, zii, cugini, cognati, affini, amici e fedeli grazie! Umilmente servirò la Chiesa e voi tutti, è mia intenzione apportare qualche piccolo cambiamento del quale vi parlerò in seguito, per ora sappiate che non tollererò il turpiloquio nei bar, è mia intenzione altresì di ripristinare lo Stato Pontificio, le indulgenze e la Santa Inquisizione , andate a casa ora che Dio vi benedica”
Un incongruo gallo cantò tre volte e De Pretis disse:” Chi è quel tipo lassù vestito di bianco?”

12/03/06

La paperetta

“Non lo so! Ti ho detto che non lo so!” disse Livia con voce angosciata e rotta dal pianto rivolta ad Haemo che la guardava con viso severo, la fronte aggrottata.
“ Livia te lo chiedo per l’ultima volta, dove hai messo la mia paperetta? Sai che non riesco a rilassarmi se mentre faccio il bagno non l’ho con me, pensaci tesoro non essere sempre così tremendamente infantile!” la rimproverò il Superclinico.

Scocciature

Gli sembrava impossibile che stesse capitando proprio a lui, ma era così, si trovava su un canotto d’emergenza in mezzo all’Atlantico, ignorava se ci fossero altri superstiti e doveva velocemente escogitare una soluzione, faceva freddo.
Di remare per circa mille miglia marine nemmeno parlarne anche se sapeva che la sua eccezionale fibra, unita alla condizione fisica gli avrebbe permesso di farlo, così estrasse dal suo giubbotto il Nokia Satellit Unit dal quale non si separava mai e chiamò Luca il suo discepolo.
“ Ciao Luca, come va? Hai finito l’articolo a mia firma per Lancet? Vedi di sbrigarti, sai che eccezionalmente potrei leggermente irritarmi, la paziente della casa di cura come va? Coccolala e se riesci falle sottoscrivere la donazione della villa a Capri a mio beneficio è tutto pronto, nel caso chiama De Pretis il mio amico notaio, ah Luca, dimenticavo, sono su un canotto in mezzo all’Atlantico, mandami qualcuno e non dormire, ciao caro”
“ Sempre scocciature!” pensò e mise giù.

11/03/06

La Moda

“ Che terribile mal di testa!” pensava Berta mentre filava “Sarà stata la sugna e la birra di ieri sera? Forse ho esagerato”
Tra poco sarebbe rientrato Giuseppe dai campi, doveva farsi bella per lui, riempì il mastello con l’acqua che aveva messo a scaldare in precedenza e immersasi si strofinò per bene la pelle con la cenere di betulla che teneva diligentemente da parte per questo scopo, sciolse e lavò i capelli con l’urina della cavalla che li faceva diventare così morbidi e setosi, si asciugò un po’ voluttuosamente ed infine si unse tutta col grasso di marmotta.
L’abluzione, come sempre, aveva il potere di farla rilassare e la testa era finalmente sgombra.
Aveva preparato in precedenza una cenetta coi fiocchi, zuppa di ceci con un osso di cinghiale, lardo e castagne bollite, Pino sarebbe stato contento di lei e forse non le avrebbe dato le busse come ogni sera prima dell’amore, le piaceva il suo uomo ma avrebbe fatto a meno di quelli che lui chiamava i preliminari, lui diceva che in Francia usava così, gliel’aveva detto un pellegrino ma a lei della moda non importava niente era una donna semplice.

Via Condotti

Haemo stava passeggiando senza parere in via Condotti, si stava godendo le azalee in fiore e la folla variopinta di turisti, quasi in fondo alla strada lo colpì la figura in nero ripiegata su se stessa di una zingara la quale completamente nascosta da un mantello tendeva la mano scossa dai tremiti.
La guardò riflettendo, poi estrasse la sua Luger PPK8 e, puntatala alla fronte della poverina :” Finisci di soffrire povera creatura!” disse con voce umanitaria.
La Miracolata si scosse e sollevatasi corse via perfettamente guarita.
“Et voilà, caso risolto!” esclamò il Sempreallerta con accento bretone.

10/03/06

Si

La donna piccola in tailleur pistacchio e tacchi a spillo aspettava impaziente che il semaforo diventasse verde quando sentì un’auto che inchiodava, sobbalzò e girò repentinamente il capo verso il rumore, da una Jaguar splendente scese un distintissimo signore in blu accompagnato da una cacofonia di clacson che protestavano,si diresse verso di lei guardandola negli occhi.
“ Buongiorno cara sono Haemo scusi se la avvicino in questo modo inurbano ma è tutta la vita che la cerco, vorrebbe fuggire secomeco?”
l’apostrofò con voce flautata.
La piccina, famosa psichiatra d’avanguardia formulò mentalmente una rapida diagnosi :” Dissociato in fase ipomaniacale non aggressiva” e guardandolo sorridendo rispose.”Si!”
Oh Yeah

09/03/06

Scambio


Invidiava Leo, lo guardava dormire beato e non riusciva a capire come il maledetto Signore della Pappa avesse fatto a rimpicciolire così il suo letto…eppure una spiegazione doveva esserci…:”Anubi che scomodità devo mangiare meno non mi va più bene niente!” pensava triste.

Il cappuccino

Odiava lo stress, già la parola le metteva una tensione simile a quella del sibilo di un serpente, era di fronte ad Haemo che la ascoltava attento.
“Mi alzo la mattina e devo subito partire in quarta professore, mille cose da fare tutte assieme, esco di casa che sono già stanca e poi il traffico, quel maledetto traffico, li odio tutti e loro odiano me, mi pesa tutto, è veramente orribile e non ci sono soluzioni” disse Livia a voce bassa.
“ Le piacerebbe la mattina avere mezz’ora tutta per se, entrare in un bel bar di quelli con la tovaglia sui tavolini, prendere un cappuccino con tanta morbida schiuma e la cioccolata sopra mentre dà un’occhiata al giornale, e le piacerebbe ascoltare senza parere i discorsi leggeri degli altri avventori?” chiese l’Epistemologico con aria empatica.
“Sarebbe un sogno” rispose Livia affascinata.
“ Si alzi un’ora prima ed esca di casa quando tutti sono ancora in cucina, le strade saranno vuote per lei e arriverà al lavoro con tanto anticipo da realizzare il suo sogno, ogni sogno ha un prezzo” replicò Royd.
Livia lo guardò stupita e gli sorrise.

08/03/06

Souvenir

Aveva un cappottino di nylon grigio trapuntato abbottonato fino al collo, un baschetto beige dal quale spuntava il nero assoluto dei capelli tinti, la cinghia della borsetta le attraversava il busto diagonalmente, come trucco in viso la cinquantina di primavere, portava a spasso un barboncino bianco, appeso alla borsetta un altro barboncino dello stesso colore il cui naso rosso proclamava al mondo lo status di ragazza della padrona.
Haemo la incontrò mentre portava Brutus, il rotweiler di De Pretis a fare un giro, dapprima avrebbe voluto avere una conversazione con lei, poi, visto che era la festa della donna, volle costruirle un ricordo futuro.
“ Buongiorno signorina, è femmina il suo cagnolino?”
“ Si, signore” rispose la fanciulla.
“ Vai Brutus, monta!” disse l’Inimitabile e Brutus eseguì seduta stante.

P.S. Montò la barboncina, non la sfigata.

8 Marzo

Per la festa della donna Haemo spinto dalla sua naturale bontà era solito regalare a tutte le sue collaboratrici una rosa rossa ed un assegno di 250 Euro, quell’anno però voleva fare le cose in grande, così incaricò Luca , il suo prediletto di recarsi al mercato del pesce a comprare sei cernie da otto chili l’una.
Gongolava pensando alla sorpresa negli occhi delle ragazze.

07/03/06

Zaira

Una musica triste passava attraverso la parete, Zaira che viveva sola ascoltava immaginando, le piaceva ricostruire momenti della vita della giovane coppia che viveva nell’appartamento contiguo al suo, raccoglieva golosa frammenti di conversazione, momenti di intimità.
Si stringeva nel suo golfino rosso, molle per gli anni d’uso, gli occhi rivolti di lato attenta ad ogni suono.
“No caro ti prego lì no, non mi piace!” disse la voce femminile.
“ Ma a me si cara, lasciami fare, vedrai che quando ti ci sarai abituata piacerà anche a te” rispose lui con voce suadente e bassa.
“ Va bene tesoro, mettilo lì, un po’ più in basso, ancora un po’…ecco lì lì, non ti spostare sei nel punto giusto, piantalo! “ disse lei un po’ tesa.
Le martellate al di là della parete la fecero sobbalzare.

Asso e Tre

Era triste, l’ictus l’aveva colto di sorpresa, si, per fortuna poteva camminare e parlare quasi normalmente, ma non gli andava giù la bocca storta e l’occhio chiuso, i suoi amici ora lo chiamavano :” Asso e Tre” e nessuno voleva più giocare a briscola con lui.

06/03/06

La Padovana

Adorava il modo di muoversi di lei, quando arruffava le penne lo faceva impazzire, ma non voleva farsi influenzare, doveva lasciarla, era imperativo.
Così la strangolò un mattino di marzo e la mangiò bollita con la salsa verde e la mostarda.

Anticorpi

“ La Fede discende dalla Grazia che etimologicamente deriva da gratis, quindi la Fede è un dono che puoi accettare o no, tutto qui caro Haemo” disse l’amico Cardinale del Superclinico.
“ Sai Giuseppe, faccio fatica a permettere che dogmi religiosi o convinzioni politiche condizionino la mia capacità di ragionare liberamente, sento la religione come una specie di vaccino contro la libertà delle idee” rispose Haemo “ Anticorpi che inglobano ed indirizzano il pensiero solo in un senso”.
“ Accetterai almeno il principio dell’amore universale?” replicò il porporato.
“ Quell’amore che per salvare l’anima bruciava i corpi durante l’inquisizione?” chiese con ironia Royd.
“ Erano altri tempi mio caro, quidquid recipitur ad modus recipientis recipitur.” aggiunse pacato Giuseppe.
“ Credo che il bene e l’amore vincano sempre, sotto ogni latitudine, credo nell’omeostasi dei sentimenti umani, il male, dato un tempo sufficientemente lungo è sempre perdente” disse Haemo con convinzione posando la tazza del the.
“ Ma chi custodirà la morale, chi giudicherà eticamente il bene dal male? Occorre che uomini ispirati dettino le regole non trovi?” replicò il Cardinale.
“ Hai perfettamente ragione…dal tuo punto di vista. Ciao Giuseppe il the era delizioso, alla prossima” e con un sorriso si congedò.

05/03/06

Primavera brilla nell'aria......

Le prime gemme stavano spuntando sui rami del pesco, il ruscello scorreva pigro, l’acqua limpidissima e molto molto bagnata.
Il sole creava riflessi d’oro e un profumo di crescione e di terra umida allietava la mente.
Jean du Yacht bambino camminava lungo il viottolo, doveva portare la merenda a Brunilde, la zia, ogni volta lei lo ricompensava: “Vieni piccino, cià vieni dalla zietta” gli diceva e lui sentiva i brividini percorrerlo giù lungo lo scrotino.
Questa volta sarebbe stata una ben grossa ricompensa visto che portava nella sporta le nuove Girondelle al cacao del Mulino Bianco, pregustava i giochi della zietta e fischiettava felice nel cammino.

Storia triste 8

Aspettava da una vita che le arrivasse dal cielo un nuovo amore, invece le cadde in testa l’insegna dell’autoscuola Tacchino patenti ABC , recupero punti e morì.

Il citofono

“Buongiorno! Sono Patrizia di Wind! Professor Royd? Sono lieta di annunciarle che c’e’ una promozione sui nostri prodotti, le interessa?”
Haemo che era stato interrotto nel bel mezzo di un’accuratissima visita ad una deliziosa signora:
” Mi interesserebbe anche, Patrizia ma qui purtroppo non ho il telefono” rispose.
“ E questo cos’e’ mi scusi?” disse la telefonista un po’ sorpresa.
“ Questo è il citofono, lei è nel mio citofono, anzi , se vuole venga su, non stia fuori che fa freddo” rispose l’Umanitario.
“ Come è possibile, scusi, io sono a Roma e lei a Genova, come posso essere nel suo citofono?” disse la giovane.
“ Non scherzi signorina, non ho tempo da perdere, se vuole venga su e ne parliamo”
La piccina finalmente capì ed eruppe in una risata liberatoria poi diede ad Haemo il numero del suo cell.
“Caso mai capitasse a Roma mi chiami” aggiunse.
Oh yeah.

Il perdono

Era domenica e pioveva, Haemo gurdava annoiato alla finestra i cinofili con l’oggetto della loro passione che a tratti si fermava per evacuare o per mingere, era un po’ irritato, Luca non era ancora venuto per portare fuori Cesare il rotweiler che De Pretis gli aveva affidato per una settimana.
“ Quando arriva mi sente!” pensò piccato “ la settimana prossima avrà l’esclusiva delle esplorazioni rettali così impara!”
Finalmente il discepolo si presentò a capo chino: “ Eminenza scusi il ritardo, mentre venivo qui mi si sono bucate tre gomme, le stavo cambiando ed una è rotolata via facendo deviare un pullman di turisti montenegrini che ha sfondato la spalletta del ponte vecchio dopo aver colpito e fatto esplodere il distributore vicino all’ospedale Maggiore nel quale era in corso un congresso internazionale di nobel per la medicina, purtroppo ci sono stati molti morti”
“ Anch’io una volta ho bucato è un’esperienza irritante, va’ porta Cesare fuori, ti perdono” disse il Magnanimo porgendo la mano da baciare.

04/03/06

Caminito

Alle prime note di “Caminito” una sferzata dentro colpì Haemo, raddrizzò le spalle, lo sguardo si fece di fuoco e si avvicinò a passo sicuro ed elastico a Livia, le prese la mano senza una parola, gli occhi negli occhi, lei lo seguì docile nella danza, un passo dietro l’altro, stretti, loro e il mondo fuori.
La fisarmonica ed i violini ritmavano il tempo dei loro cuori, il profumo di lei scia quasi visibile nell’aria calda.
Non erano necessarie parole, sentiva la vita di lei sotto la sua mano seguirlo calda , la seta del vestito a evocare altre morbidezze.
Con un ultimo guizzo la musica finì: “ Sei magnifica e deliziosamente femminile” disse Haemo.
“ Grazie caro ma ho due calli e un durone che mi fanno impazzire” disse lei.
Oh yeah.

03/03/06

La macchina del tempo

Era tutta cromata, solida, col sedile di cuoio rosso ed era pronta, Haemo la osservava orgoglioso, non c’erano limiti al suo utilizzo salvo la durata della vita dell’utilizzatore.
La prima macchina del tempo aspettava di essere provata, utilizzava per il suo funzionamento energia psichica, anche detta immaginazione.
“ Bene, Livia immagini di salire e di approdare nel 2016 a dieci anni da oggi, come sarà la sua vita?”
“ Uguale ad oggi Dottore” rispose Livia un po’ mestamente.
“ Ora dal 2016 ritorni nel 2006, pensi ha l’opportunità di cambiare il suo futuro”
Livia capì, raddrizzò le spalle, fece un respiro profondo e le sue guance si colorarono un poco.

Cativa!

“ Vous permettez demoiselle?” disse il Semprevigile rivolgendosi all’anziana parigina con aria da dandy.
La vecchia lo guardò schifata e gli sputò, il Plurinobel fu colto da sconforto, febbre cerebrale e pensieri cupi, sentiva che tutto ciò che aveva costruito vacillava, i pilastri della sua personalità minati, a capo chino ci riflettè a lungo e dopo circa venti secondi la fece mordere dal rotweiler di De Pretis al quale stava facendo fare la passeggiata igienica.

02/03/06

Insufficienza respiratoria acuta

Accarezzava le corde della sua chitarra aspettando l’inspirazione e dopo tre minuti senza che gli venisse morì asfissiato.

Dio Silvano

La nuova Porsche di Haemo correva nella notte, il rombo del motore accompagnava i pensieri del Piccolo Padre che, come sempre, spaziavano dalla meccanica quantistica alla raccolta dei punti Mulino Bianco.
All’improvviso dalla macchia mediterranea apparve luminoso un Dio Silvano.
Haemo inchiodò e scese impavido: “Buonasera, permette? Sono il Professor Royd della Royal Academy of Medicin, ordinario alla Sorbonne, Presidente dell’American College of Internal Medicin, Grand Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, Plurinobel per la medicina ed Archiatra”
“Mavadarviailculo!” gli disse il Dio.
“ Un Dio difettoso e malato” pensò il Serotoninergico e risalì in auto sereno.

Canterbury's Tales

Haemo era l’ospite d’onore alla festa del paese di Rubano, dopo il discorso del sindaco Gerolamo Scassi detto Alì Babà si recarono al padiglione gastronomico dove veniva servita la famosa zuppa di semolino e asparagi, vanto della cucina locale.
Il Sempreasciutto dovette ingurgitare per dovere di ospitalità tre porzioni dell’orrido papocchione , poi in separata sede fece picchiare il primo cittadino da Luca, il suo prediletto.

L'appuntamento

Finalmente era giunto il grande giorno, si fece un bidet accurato con l’Amuchina :”Che non si sa mai”, si mise le mutande piu’ belle che aveva, quelle che aveva comprato all’Oviesse, calzini corti neri:” Che fa elegante”, la camicia non stiro della Xinh Phiao come i jeans e si sentì veramente a posto per incontrare la sua maestra delle elementari, ora che era in pensione aveva un sacco di tempo e voleva spenderlo bene.
Oh yeah

Il ritardo

“Ci vediamo davanti all’obitorio alle sei” gli aveva detto Jessica, l’aveva conosciuta all’inaugurazione di una mostra sulla coltivazione domestica del Ficus Elasticus e, forzando la sua innata timidezza le aveva chiesto un appuntamento.
Erano passate tre ore e lei non si vedeva: “ Ci sarà traffico” pensò.

01/03/06

Stand by me

“Stand by me” , sussurrò Haemo alla congressista scozzese adoperando la sua famosa voce vellutata, gli occhi a spirale.
La piccina lo guardò pensierosa sbattendo le ciglia, poi con la sua manona prese Haemo dietro la nuca e lo attirò a sé, il Superumano resistette un attimo poi si abbandonò al bacio internazionale, con la sua linguina la fanciulla gli lavò glottide, epiglottide, retrofaringe e persino i seni paranasali guarendolo da una fastidiosa sinusite che lo tormentava da un po’.
Per dimostrarle gratitudine il Protoclinico le regalò un’immaginetta di Pio X a scelta fra quelle che portava sempre con sé.

Romeo&Giulietta

Finalmente soli!
La abbracciò così stretta che i suoi polmoncini smisero di espandersi e lei morì, lui ci rimase molto male, mormorò sommessamente :” Giulietta…oh mia Giulietta!” e portatosi le mani al collo si strangolò seduta stante.
“ Sembravano due ragazzi così a modo” disse una vicina e: “A che ora sarò in tv?” aggiunse.